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Mondragone. Nuova ordinanza per Augusto La Torre, ex capo dell’omonimo clan operante in Mondragone e sull’intero litorale domizio. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Casertano hanno notificato al boss un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea a seguito della condanna all’ergastolo inflittagli perché ritenuto responsabile dei reati di strage, omicidio e lesioni personali gravissime, commessi a Bagnara, frazione di Pescopagano, la sera del 24 aprile 1990 (cosiddetta “strage di Pescopagano”).

Strage di Pescopagano, 2 morti e 6 feriti: nuova ordinanza per il boss

Il provvedimento è stato emesso per il timore che La Torre, detenuto per altri reati dall’anno 1992, possa darsi alla fuga prima dell’esecutività della sentenza approfittando magari dei benefici previsti dall’ordinamento vigente. Augusto La Torre, classe ’62, è identificato come uno degli esecutori materiali della strage, commessa al fine di imporre sul territorio il predominio del clan.

La strage di Pescopagano

Il grave fatto di sangue si articolò in due fasi: una all’interno del bar “ Centro” dove i componenti del commando, sparando all’impazzata, uccisero due persone, Naj Man Fiugy e Alfonso Romano, mentre rimasero ferite altre sei persone.

Successivamente il gruppo di fuoco, uscito dal locale, uccise altre tre persone, Haroub Saidi Ally, Ally Khalifan Khanshi e Hamdy Salim e ne ferì una quarta, che si trovavano a bordo di una Fiat 127 parcheggiata vicino all’esercizio commerciale. L’esito della sconvolgente spedizione punitiva, ricordata come la “strage di Pescopagano”, causò complessivamente la morte di 5 persone, tra cui un avventore occasionale del locale e padre di sei figli.

Ma anche il ferimento di altre 7 persone. Nella circostanza anche il figlio quattordicenne del gestore del bar fu colpito, riportando gravissime lesioni gli hanno procurato danni fisici permanenti.

 

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