Reddito di cittadinanza. Scatta il sequestro della carta rilasciata dalle Poste Italiane. A stabilirlo è stata una sentenza della Cassazione (n. 5290) del 10 febbraio 2020 che punisce chi ha fatto il furbo ancor prima dell’eventuale termine del procedimento penale. A oggi i controlli della Guardia di Finanza, di concerto con INPS, Agenzia delle Entrate e Ispettorato del Lavoro hanno permesso di scovare molti beneficiari che indebitamente percepivano la pensione di cittadinanza. Beneficiari che avevano omesso informazioni sul patrimonio o altro in fase di presentazione della domanda.

Pensione di cittadinanza, scattano i controlli per i furbetti

Da inizio anno le Fiamme Gialle hanno avviato un’altra serie di controlli per chi percepisce il reddito di cittadinanza e anche per alcune aziende a questi collegati. La Cassazione nella sentenza che ha riguardato un percettore del reddito di cittadinanza ha stabilito il sequestro preventivo della carta del Rdc. Vediamo sulla base della pronuncia della Corte chi rischia.

Reddito di cittadinanza e sequestro della carta: ecco chi rischia

Il reddito di cittadinanza ha delle regole molto ferree e chi non le rispetta, anche se solo sospettato, ottiene il sequestro della carta. Ma nello specifico chi rischia? A stabilire il sequestro della carta una sentenza della Cassazione.

Il sequestro non riguarda solo le persone che percepiscono il reddito e che lavorano in nero o commettono atti illeciti pur usufruendo della prestazione. Anche chi ha omesso o ha dimenticato di aggiornare le informazioni sulla situazione di reddito e patrimonio. Il sequestro può avvenire anche prima dell’accertamento.

Reddito di cittadinanza, la sentenza della Cassazione

Pur non superando il limite dei 9.360 euro annui, come la difesa dell’imputato ha sottolineato, il beneficiario della pensione di cittadinanza ha omesso di comunicare, come d’obbligo, all’INPS la variazione della sua situazione economica.

La Cassazione ha così sentenziato in merito che “il sequestro preventivo della carta reddito di cittadinanza, nel caso di false indicazioni od omissioni di informazioni dovute, anche parziali, da parte del richiedente, può essere disposto anche indipendentemente dall’accertamento dell’effettiva sussistenza delle condizioni per l’ammissione al beneficio”.

Pene per omissione di informazione

  • Pena detentiva da 2 a 6 anni. Utilizzo di dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere e omissioni informazioni dovute in fase di presentazione della domanda;
  • Reclusione in carcere da 1 a 3 anni. Per mancata comunicazione della variazione della situazione del patrimonio anche se proveniente da attività irregolari dopo che il reddito di cittadinanza è stato percepito.
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