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Si chiama gioco del semaforo rosso. E’ diffuso tra i giovani italiani e sarebbe alla base della morte di Gaia e Camilla, le due 16enni travolte e uccise vicino corso Francia. A raccontarlo in un’intervista a Il Messaggero è un imprenditore del quartiere Labaro di Roma, genitore di due giovani che spesso frequentano la movida capitolina nei pressi di Ponte Milvio

Il gioco del semaforo rosso

Secondo quanto riporta l’imprenditore, il “giochino del semaforo rosso” consisterebbe nell’attraversare “le due carreggiate di Corso Francia veloci mentre per i pedoni è rosso e per le auto che sfrecciano è verde, sfidando la sorte”. “Un gioco folle del sabato sera e non solo – prosegue il genitore – in voga tra i giovanissimi di Ponte Milvio”. “È un giochino, lo fanno tutti sempre”, avrebbe risposto la figlia più piccola al genitore. E anche la figlia maggiore dell’uomo, che ha studiato in un liceo della zona, ha confermato l’esistenza del “gioco” definendolo “una specie di insensata roulette russa praticata anche di giorno da interi gruppi di ragazzini”.

I social

Alcuni giovani protagonisti del gioco filmerebbero anche la macabra performance sui social, con storie Instagram o video da inoltrare su WhatsApp. Una prova di coraggio che nel caso di Camilla e Gaia sarebbe finita in tragedia. Il genitore intervistato si è detto sconvolto” da tali rivelazioni delle sue figlie, tant’è che avrebbe deciso di parlare “per mettere in guardia tutti gli altri genitori”.

L’amica di Gaia e Camilla

A confermare l’esistenza di questo gioco anche Cecilia, amica delle due vittime. “Sì, anche io ho attraversato Corso Francia di notte, correndo, fuori dalle strisce pedonali e con il semaforo verde per le auto. Rischiando la vita”. Lo dice Cecilia, un’amica di Gaia, anche lei 16enne. Sulle pagine di Repubblica Cecilia spiega quello che lei e altri ragazzi fanno: “Prendi la rincorsa, scavalchi il guardrail e corri più veloce che puoi dall’altra parte”. E questo anche se pochi metri più avanti ci sono le strisce e un semaforo che possono far attraversare in tutta sicurezza. E allora perché farlo? “Forse perché abbiamo sedici anni? Per fare più in fretta a raggiungere i tuoi amici, per non fare tardi sulla via del ritorno a casa. O forse e lo so che è stupido, perché è divertente – dice ancora Cecilia -. Pensi sempre che se guardi bene a destra e a sinistra e corri forte dall’altra parte ci arriverai”. La ragazza nega invece l’esistenza di un gioco, una sfida: “No, è una leggerezza, un azzardo. Finora nessuno dei miei amici aveva avuto un incidente”.

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