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Potrebbe essere un caso di malasanità quello che ha portato alla morte setticemia di Immacolata Agorino, una donna di 83 anni deceduta all’ospedale La Schiana di Pozzuoli. La Procura della Repubblica al momento ha posto sotto sequestro la cartella clinica. A breve potrebbero arrivare i primi avvisi di garanzia.

Il ricovero

Le indagini sono partite dopo la denuncia presentata ai carabinieri dal figlio dell’anziana. Così come spiega Pozzuoli21.it, l’uomo ha denunciato per omicidio colposo medici e infermieri dei reparti di Chirurgia e Medicina Generale. L’incubo è iniziato il 20 maggio scorso, quando Immacolata è arrivata al nosocomio puteolano con dolori fortissimi al basso ventre. Dopo un intervento per occlusione intestinale, la dimettono a distanza di una settimana. Al rientro in casa, però, la donna ha iniziato di nuovo a stare male. Segue un nuovo ricovero. Il personale medico rassicura il figlio che la mamma è in fase di guarigione.

L’infezione

“Nessuno si accorse che la ferita chirurgica si era infettata – spiega l’uomo -, generando uno shock settico che avrebbe determinato la sua morte il 28 giugno per arresto cardiocircolatorio. Benché io avessi segnalato la presenza anche visiva di infezione della ferita e più volte sollecitato un intervento a tal fine, il personale medico e paramedico, incurante di questa situazione, riteneva semplicemente sufficiente il cambio delle medicazioni, senza procedere ad una verifica puntigliosa delle ferite che hanno poi portato alla morte mia madre, proprio per infezione delle stesse”.

Sarebbero stati dunque degli errori commessi nella fase post-operatoria a determinare la morte di Immacolata Agorino. Saranno adesso i magistrati ad accertare eventuali responsabilità e individuare i colpevoli del suo prematuro decesso.

Foto: Pozzuoli21.it

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