Spuntano altri filmati e altre fotografie sull’agguato a piazza Nazionale, dove un proiettile vagante ha ferito la piccola Noemi.

Ben novantadue le pagine piene di fotografie sul ferimento di Noemi, ma c’è un capitolo che salta immediatamente all’occhio. C’è un elemento, come anticipa Il Mattino, che potrebbe inchiodare i fratelli Armando e Antonio Del Re, rispettivamente killer e aiutante.

Secondo il giudice, alla base dell’agguato ci sarebbe un debito di droga maturato da Nurcaro nei confronti dei Marigliano di San Giovanni (a cui Armando Del Re sarebbe affiliato), all’indomani della decisione del 31enne di rompere il rapporto di convivenza con la sua ex moglie e passare in altri contesti criminali, in zona Pallonetto di Santa Lucia. E investire proprio lì quei soldi richiesti dai Marigliano.

La ricostruzione. Sono le 16.44 dello scorso tre maggio. Mancano 14 minuti all’agguato di piazza Nazionale, quando una telecamera immortala il percorso della Benelli gialla (il mezzo rubato a giugno di un anno fa a Sorrento) che sbuca da un box auto, in via San Cosmo fuori porta Nolana, nella zona delle cosiddette case nuove, dove per altro abitano i fratelli Del Re. 

Le immagini sono nitide ed eloquenti: lo scooter del 18enne Antonio Del Re sbuca lungo corso Arnaldo Lucci, passa per via Michelangelo Ciccone, per fermarsi sul marciapiede di fronte al circoletto ricreativo Multi, quello frequentato dal fratello Armando. 

Una traiettoria in sella alla moto rubata, senza casco e senza timore di un controllo. Antonio lascia la moto ad Armando, che indossa il casco nero e che ha in mente un delitto. I due fratelli sanno che a piazza Nazionale arriverà Nurcaro, sanno che ha un appuntamento (forse una trappola), dal momento che hanno seguito per giorni il tragitto del loro bersaglio. 

Non c’è tempo per aspettare, Armando lo insegue e percorre una parte di corso Lucci, si immette in via Galileo Ferraris e raggiunge piazza Nazionale. Poi il tragico epilogo. 

Ma solo dopo giorni, riporta Il Mattino, si apprende che ci sono ancora telecamere che fotografano il passaggio del presunto killer Armando Del Re, in sella però alla moto Honda legalmente detenuta, questa volta in posizione passeggero. 

L’agguato. Sono le 16.58, il killer entra in azione. C’è un punto in particolare che colpisce il giudice, quello in cui l’assassino sembra scansare la piccola rimasta a terra, «scavalcando, in assenza di ogni sentimento di umana pietà i corpi della piccolissima vittima innocente della furia omicida».

L’inchiesta è condotta dai pm Antonella Fratello, Simona Rossi e Gloria Sanseverino, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dello stesso procuratore Gianni Melillo, si punta ora a dare la caccia a possibili mandanti. 

Chi c’è dietro i fratelli del Re, per chi lavorano? Sono alcune delle domande che si pongono gli inquirenti. I due fratelli hanno respinto finora le accuse, battendo una serie di punti che il gip ha ritenuto poco credibili. Ultimo elemento di novità riguarda la posizione di Salvatore Nurcaro, che – nel lettino in cui era ricoverato – si fa dare carta e penna per scrivere  «non riesco a parlare». Non una parola su Noemi e sui rapporti con i fratelli Del Re.

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