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Novara, Leo ucciso di botte. Lo strazio del papà: “Non mi reggo in piedi”

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Non mi reggo più in piedi dal dolore. Ho provato ad andare a casa, in ospedale, a casa della mamma di lei, chiamo e non mi risponde nessuno… Mi stanno tutti tenendo fuori da questa storia e io soffro tantissimo“. A parlare è Mouez Ajouli, padre del piccolo Leonardo, ucciso di botte dalla madre Gaia Russo e il suo compagno, Nicholas Musi, attualmente in stato di fermo per omicidio volontario.

Mouez era stato allontanato dal bambino, che non portava il suo cognome, per via di alcuni precedenti con la legge. Stesso motivo per cui gli avevano tolto anche altri due bambini.

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Nonostante gli assistenti sociali avessero consigliato a Gaia Russo di allontanare il padre di suo figlio e che anche la famiglia di lei preferisse tenerlo lontano, i due continuavano a frequentarsi. Ma negli ultimi mesi, racconta il papà di Leo nell’intervista rilasciata a Republica, era cambiata: “Ha iniziato a minacciarmi di stare lontano, altrimenti non mi aver ebbe più fatto vedere il bambino. E anche quando vedevo Leo, non era più come prima. L’ultima volta è stato due settimane fa, ma c’era anche quell’altro e non mi sono potuto fermare. Leo è venuto solo a darmi un bacio poi è tornato da sua madre. Ed è l’ultima volta che l’ho visto”. 

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