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Sabbionoeta. Sarebbe morto soffocato dai fumi nella sua stanzetta. Marco Zani, 11 anni, non avrebbe mai immaginato che quell’incendio sarebbe stato appiccato dal suo papà, Gianfranco. L’uomo, 53 anni, accecato dalla follia e dall’odio per la moglie, ha dato fuoco alla sua casa nel mantovano ignaro delle conseguenze che avrebbe potuto provocare. Ha sfidato il divieto di avvicinarsi alla casa familiare, così come disposto dal Tribunale di Mantova, e si è presentato alle 16 sotto casa della donna.

Da quanto è emerso la madre del bambino stava rincasando con gli altri due figli: quando l’uomo è uscito di casa e ha visto la moglie, ha tentato di investirla con l’auto senza riuscirsi. La donna intanto ha visto le fiamme e ha realizzato cosa stesse succedendo: è scesa dalla macchina e ha tratto il salvo il bimbo più piccolo, non è però riuscita a salire al primo piano, in cameretta, dove si trovava Marco, che stava dormendo. Il piccolo probabilmente si è svegliato quando già era troppo tardi oppure non si è accorto di nulla.

I soccorritori del 115, giunti sul posto, lo hanno portato d’urgenza in ospedale, ma il ragazzino è morto appena è arrivato. La corsa del padre, invece, è terminata in un bar del Casalasco cremonese, a Casalmaggiore: una pattuglia della Stradale lo ha bloccato e portato in cella. L’ipotesi di accusa per lui potrebbe essere di omicidio volontario. Anche se ieri sera era ancora un «soggetto sul quale sono in corso accertamenti». La sua ex e il bambino più piccolo, invece, sono in ospedale sotto choc.

Non sono chiare le ragioni della separazione tra Zani e la moglie. Forse la precarietà lavorativa di lui (è un artigiano), o forse dissapori che si trascinavano da tempo. Di certo, però, la famiglia era seguita dai servizi social. Nonostante questo supporto, un paio di settimane fa si era verificata una lite violenta. Proprio a causa dei pericoli che potevano correre, la donna e i figli erano stati trasferiti in una casa famiglia a Pomponesco, nel Mantovano. Qualche giorno fa, però, lei e i ragazzi (di 17, 11 e 4 anni) avevano potuto fare ritorno tra le mura domestiche, fino al tragico epilogo di ieri.

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