gomorra pizzo

Torre Annunziata. Pagarono il pizzo per evitare problemi al set alla famiglia Gallo e negarono agli inquirenti di essere sotto estorsione. Condannati gli ex manager di Cattleya.

Sarebbero due gli imputati, accusati di favoreggiamento personale al boss Francesco Gallo, detto ‘o pisiello, e ai suoi parenti. Si tratta di Gianluca Arcopinto, organizzatore generale della seria tv, e Gennaro Aquino, location manager della casa cinematografica.

La richiesta del pm della Procura di Torre Annunziata è di un anno e sei mesi per Arcopinto ed un anno e tre mesi, invece, per Aquino che ieri ha confessato, leggendo una lettera, di aver versato il pizzo al padre del boss. Nel 2013, Aquino scelse la villa del capoclan per girare le scene della casa di don Pietro Savastano.

Una location che fu particolarmente apprezzata dal team che, nonostante l’arresto dei due manager e l’abitazione sequestrata dall’Antimafia, continuò ad essere impiegata per la serie tv.

IL PIZZO. Avrebbero stipulato un contratto Cattleya e Gallo nel febbraio 2013, è quanto emerge dalle indagini. In cambio del pizzo, la produzione avrebbe potuto usufruire dalla casa. Un “affitto” che ammonterebbe a 30 mila euro, 5 rate da 6 mila euro al mese. I pagamenti furono rispettati.

Poi l’intoppo: il 4 aprile il capo della fazione dei “Pisielli” del clan Gallo-Cavalieri fu arrestato e la sua abitazione di via Plinio venne sequestrata. Un colpo da non poco, che misero a repentaglio le registrazioni. Ma nemmeno l’arresto riuscì a fermare i Gallo a riscuotere la tangente imposta ai Cattleya: il boss ordinò a sua madre Annunziata De Simone di “prendere quei soldi” a tutti i costi.

Un estorsione, quella dei Gallo, che ha creato non pochi problemi e che poteva impedire le riprese del film. Tuttavia, a distanza di 5 anni, il ricatto non è stato mai denunciato; ma soltanto negato dai produttori di Gomorra. Oggi è prevista la sentenza, slittata di 24 ore a causa delle repliche degli avvocati degli imputati.

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