Vomito e dolori al braccio, detenuto di Quarto muore in carcere: due indagati

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Vomito. Dolori al braccio. I sintomi dell’infarto in corso c’erano tutti. Eppure nessuno se ne sarebbero accorto. Neanche i due medici che avrebbero dovuto salvarlo. E per questo che ora risultano entrambi indagati per la morte di Luigi Perrone, il detenuto di Quarto, 56 anni, morto lo scorso settembre nella casa circondariale di Poggioreale.

Detenuto morto in carcere: indagati due medici

I dottori iscritti nel registro degli indagati devono rispondere di omicidio colposo. Nei loro confronti, il sostituto procuratore Francesca Falconi ha inviato un avviso di chiusura delle indagini. Toccherà adesso al Gip valutare l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.

Secondo quanto emerso dalla perizia effettuata dagli esperti nominati dalla Procura, i due medici non si sarebbero accorti che Luigi fosse colpito da infarto, nonostante i sintomi lo suggerissero. Gli avrebbero dunque somministrato farmaci per la nausea e alcuni antinfiammatori ma senza svolgere esami, tra cui un elettrocardiogramma e un prelievo enzimatico per approfondire lo stato di salute del paziente.

L’inchiesta

La morte è avvenuta lo scorso 18 settembre. A seguito del decesso la Procura aprì subito un’inchiesta. Dubbi sulla condotta dei medici vennero espressi anche da Samuele Ciambriello, garante dei detenuti in Campania. “Mi hanno raccontato dei suoi dolori. Dolori al braccio, da giorni. Ma anche vomito, interventi fatti dal medico di turno in nottata. Ma perché non è stato chiamato il 118, visto che erano tutti sintomi di un pre-infarto?” aveva detto Ciambriello.

Chi era Luigi

Originario di Giugliano ma residente a Quarto, Luigi, detto ‘O Barone, avrebbe dovuto scontare altri 4 anni e mezzo di reclusione per aver fatto parte di una banda specializzata nel furto di mezzi agricoli. La famiglia ora chiede giustizia. “Prima di essere incarcerato, Luigi si sottoponeva a cure sia cardiologiche che per il diabete – ha spiegato il fratello Gennaro a Cronaca Flegrea – Queste cure sono venute poi a mancare”.

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