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Una raccolta firme a Serina, in provincia di Bergamo, per esprimere vicinanza al parroco, condannato a sei anni di carcere per aver abusato di Valentina Cavagna, ora maggiorenne, ma all’epoca dei fatti minorenne. Solo dopo aver compiuto 18 anni, però, la giovane aveva trovato il coraggio di denunciare le violenze subite.

A scoraggiare Valentina e a indurla a denunciare tardi quanto accaduto alcune circostanze: Don Marco Ghilardi, oltre ad essere un maestro di religione, era infatti anche un amico di famiglia. Ma ora che il prelato è stato condannato in via definitiva, il paese si è schierato al fianco del sacerdote.

Gli abusi sono iniziati sin da quando la ragazza era alle scuole elementari. In un’intervista a La Repubblica, Valentina ha spiegato il perché di quella denuncia tardiva: «Ero una bambina, lui era amico dei miei, un maestro e io facevo la chierichetta… Avevo paura di non essere creduta o di fare un casino, anche se le mie amiche mi dicevano di denunciarlo. Per tanto tempo ho ripetuto a me stessa: Quando sarò maggiorenne lo farò. Non mi pento di ciò che ho fatto, anzi: tornassi indietro, lo denuncerei prima».

La vittima fu accompagnata nella caserma dei carabinieri di Serina per presentare la denuncia era stata l’ex fidanzata del fratello. La notizia si diffuse rapidamente a Serina: «Dalla raccolta delle prove fino all’inizio del processo, avevo capito subito che sarebbe stata dura – spiega Valentina -. La mia vita era comunque rovinata. Dopo la sentenza di primo grado avevo l’umore sotto i piedi. Ma al mio avvocato che è subentrato dopo, Francesca Longhi, ho detto: non mi fermo qua. Vado avanti a lottare perché voglio giustizia. Voglio che quell’uomo paghi per quello che ha fatto».

Alla fine, don Marco Ghilardi è stato condannato anche in Cassazione. «Ho accolto quella sentenza scoppiando a piangere con i miei genitori e i miei fratelli, che hanno sofferto con me. Alla fine ho vinto io, spero che il prete sconti l’intera pena», spiega Valentina. Eppure, in paese molti si sono schierati dalla parte del parroco, colpevolizzando la ragazza. Già mille le firme per esprimere solidarietà al parroco. Valentina non si sa spiegare tutto quell’astio: «Rispetto il pensiero di tutti, ma forse la gente segue l’onda: basta che un gruppo di persone dica “povero prete”. Non dimentico, però, che l’ex sindaco del paese veniva in aula, dicendo che era per la verità e di non parteggiare per nessuno, ma poi alle udienze stava sempre vicino al prete e al suo avvocato…».

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