aurora savino santa maria a vico

Nessun pediatra l’aveva mai visitata. La piccola Aurora, la bimba trovata morta in culla lo scorso 2 settembre, veniva curata con metodi “casalinghi” dai due genitori tratti in arresto nella giornata di ieri. Per Emanuele Savino e Anna Gammella l’accusa è pesantissima: omicidio volontario pluriaggravato e maltrattamenti in famiglia.

Aurora uccisa di botte

Sono stati necessari più di due mesi di indagine per ricostruire il quadro di violenze e abusi di cui è stata vittima la bimba di 45 giorni. Sin da subito i sospetti erano ricaduti sui genitori, iscritti immediatamente nel registro degli indagati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. La svolta definitiva è arrivata dopo l’autopsia. Fondamentali anche le conversazioni acquisite dai cellulari, sequestrati poche ore dopo la scoperta del decesso della neonata.

La ferita che ha portato la piccola Aurora alla morte è stata inferta alla testa dal padre con un colpo. La botta ha provocato una duplice frattura ossea e poi l’emorragia fatale. Gli inquirenti hanno accertato che sul corpicino della neonata (in particolare nella zona dell’addome) c’erano ecchimosi, escoriazioni e anche ustioni abbastanza gravi, questa ultime probabilmente causate dall’acqua bollente utilizzata per il bagnetto serale.

Rimedi occasionali contro le ferite

Ma nonostante le sofferenze della piccola, i genitori non sono mai intervenuti né l’hanno trasportata da un medico. Hanno sempre fatto ricorso a rimedi occasionali, tra i quali lo strutto animale per curarle le ustioni sul corpo. La coppia ha nascosto molti dettagli e ha persino mentito ai militari dell’Arma. L’insufficienza cardio-respiratoria ha finito poi col determinare la fine della piccola. Le prossime ore saranno decisive per ricostruire gli ultimi momenti di vita della bimba ed accertare l’eventuale coinvolgimento di altre persone dopo l’arresto dei due genitori.

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