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Ha comportamenti giudicati anomali Matteo Messina Denaro. Rinchiuso nel carcere di massima sicurezza “Le Costarelle” a L’Aquila, si mostra tranquillo. Persino sereno. L’ultimo dei Corleonesi sorride persino alle guardie carcerarie. La sua cella tre metri per quattro confina con quelle di Filippo Graviano e Carlo Greco. “Un atteggiamento davvero anomalo rispetto a come si comportano di solito i detenuti al carcere duro”, commenta chi lo ha visto.

Il primo biglietto per i Ros e i 200 euro dello Stato

Che fosse anomalo il suo comportamento lo si è capito già all’aeroporto di Boccadifalco, quando l’ultimo dei padrini scrisse un appunto su un foglietto in cui ringraziò le forze dell’ordine: “I  carabinieri del Ros e del Gis mi hanno trattato con grande umanità”. Una volta arrivato in carcere, senza soldi, ha chiesto soldi allo Stato. Gli è stata concessa una piccola indennità di 200 euro per le piccole spese, il cosiddetto “sopravvitto”.

Al centro delle preoccupazioni il suo stato di salute. Il boss ha saltato una seduta di chemio per via dell’arresto. Per questo comincerà di nuovo la terapia in prigione. Le sostanze da somministrargli sono due: Gemcitabina e Doxorubicina. Il trattamento oncologico avverrà in una saletta vicino alla cella. E il boss riscopertosi gentile in prigione ha già espresso gratitudine: “Vi ringrazio perché sono molto malato”.

Nessun pentimento

Intanto non ci sarà pentimento né collaborazione con la giustizia. Matteo Messina Denaro ha messo in chiaro con i magistrati e con lo psichiatra del carcere che non “intende collaborare”. Non ci sarà pertanto nessun vaso di Pandora da scoperchiare. Almeno per il momento. “Non sono un tipo da pentirmi”, avrebbe aggiunto. Tutti i segreti che il boss ha conservato per trent’anni, e che aiuterebbero a fare luce su una delle stagioni più buie della storia repubblicana e sulle stragi di mafia, non verranno resi pubblici.

Poco dialogo con la psicologa

Nonostante l’atteggiamento sereno, per ora Messina Denaro ha scelto di chiudersi in se stesso. “Per 24 ore non ha acceso la televisione, anche solo per guardare quello che viene messo in onda su di lui e sul suo arresto. Nulla, niente libri o giornali. Resta seduto sul letto a pensare”, ha raccontato il cappellano del carcere che gli ha fornito il ricambio della biancheria. Mentre con la psicologa c’è stato poco dialogo: monosillabi in risposta prima di tornare a letto.

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