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“La dinamica di quello che è successo ci è chiara. Non sono ancora chiare le cause“. Sono le parole del procuratore di Salerno, relativamente allo scontro in mare a Furore che ha causato la morte della turista americana, Adrienne Vaughan.

Turista americana morta in Costiera: il punto sulle indagini

Gli inquirenti hanno ascoltato le testimonianze di una settantina di persone, compresi i turisti a bordo del veliero con cui il motoscafo si è scontrato.

Le indagini si svolgono a tutto campo e al momento non si esclude che lo skipper avesse impostato il pilota automatico e si sia distratto alla guida. I test tossicologici hanno già confermato che lo skipper, 30enne campano, avesse assunto alcol e cocaina. Ora è da capire quando ci sia stata l’assunzione e se abbia influito sulle sue condizioni alla guida.

“Stava sempre col cellulare”

Alcuni testimoni avrebbero riferito che lo skipper “stava sempre con il cellulare in mano alla guida”, suggerendo quindi una distrazione al timone. Anche in caso di pilota automatico, infatti, chi è alla guida del mezzo nautico è tenuto a guardare il mare nel rispetto del codice di navigazione. Ora saranno difatti controllati i tabulati telefonici riguardanti lo smartphone dello skipper, e il dispositivo potrebbe essere sequestrato nei prossimi giorni. L’uomo è indagato per omicidio colposo e naufragio colposo.

“Il mio assistito è molto ma molto provato. Distrutto per quanto accaduto: anche lui è padre di famiglia e ha dei bambini”, ha detto il suo avvocato Liberato Mazzola, “rimaniamo estremamente cauti in ordine alla dinamica dell’incidente. Ho già rappresentato che ci sono diversi punti che, di certo, l’indagine in corso contribuirà a chiarire. Il mio assistito ha risposto prontamente alle domande che il pm gli ha posto nell’immediatezza dei fatti, al fine di contribuire alla ricostruzione dell’accaduto”.

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