Ha combattuto come un leone per più di due giorni, ma il piccolo Gioele Carletti – in coma da mercoledì dopo essere caduto nella piscina di casa – non ce l’ha fatta. Le condizioni del bimbo, di 4 anni non ancora compiuti, erano parse subito disperate.

Quando al Bambino Gesù di Roma i medici erano riusciti ad aspirare tutta l’acqua dai polmoni, si era accesa la speranza, ma la l’impegno dei sanitari e le preghiere dei genitori non sono bastate.

Per altre 24 ore, il piccolino è rimasto aggrappato alla vita poi il suo cuore ha smesso di battere. Tutto ha inizio alle 13 di mercoledì quando, mentre Tatiana, la mamma, preparava il pranzo, Gioele era in giardino a giocare e ad un certo punto è caduto dentro la piscina davanti casa.

Prima che Tatiana si rendesse conto e corresse a tirarlo fuori, l’acqua aveva già invaso i polmoni del piccolo.

Attivata subito la macchina dei soccorsi, ma la situazione era già disperata. Gioele aveva perso conoscenza, con addirittura un arresto cardiaco. I medici hanno impiegato quasi 40 minuti per rianimarlo: un tempo che ha provocato danni irreparabili.

Elitrasportato al Bambino Gesù, Gioele è stato sottoposto a tutte le cure del caso. Il bimbo era in coma e il cervello poteva aver subito danni. Ieri sera la tragica fine. Ora l’intera San Cesareo, dove la famiglia viveva, si stringe intorno alla famiglia.

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