Giovanni Paladini, classe 2001 di Scampia, era stato arrestato a dicembre scorso in possesso di cocaina, hashish, un bilancino di precisione, soldi contanti e due telefoni, con l’accusa di spaccio di stupefacenti. Difeso di fiducia dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, il giovane si è visto aprire le porte del carcere di Poggioreale, per andare ai domiciliari nella sua abitazione del lotto K.
Spaccio di droga a Scampia, condanna e domiciliari per il 23enne Paladini
Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Napoli, dopo aver concesso le circostanze attenuanti generiche ed escluso la recidiva, lo ha condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione, che grazie alla legge Cartabia verrà rideterminata in anni 3 mesi 7 di reclusione che sconterà ai domiciliari. Il pubblico ministero aveva chiesto 5 anni e 8 mesi di reclusione.
Paladini Giovanni era un volto già noto alle forze dell’ordine. Negli anni scorsi fu accusato di aver effettuato la rapina sulla rampa in uscita di viale Umberto Maddalena. Dopo Giovanni Vinciguerra, 20enne de lotto T/b di Scampia (nonchè nipote del boss scissionista Arcangelo Abete) si è poi costituito presso il commissariato di Secondigliano il suo complice 18enne, Giovanni Paladini, ossia colui che nel famoso video pare accorgersi che qualcuno lo sta riprendendo. Si tratta di un nome conosciuto alle forze dell’ordine: lo zio, Pasquale Paladini, fu infatti ucciso nel gennaio del 2005 durante la prima faida.