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Soldi in cambio della cittadinanza italiana: arrestati dipendenti comunali tra Frattaminore e Orta di Atella

Arresti Dipendenti Frattaminore Orta Di Atella
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Da Villaricca a Frattaminore e Orta di Atella. L’operazione carioca che due anni fa smascherò il sistema truffaldino di rilascio della cittadinanza italiana a cittadini brasiliani nel comune a nord di Napoli si allarga. Otto gli arresti messi a segno questa mattina dalla Polizia Metropolitana di Napoli. Nei guai diversi dipendenti comunali accusati a vario titolo di associazione per delinquere, falso in atto pubblico e corruzione.

Cittadinanze italiane con falsi documenti: arrestati dipendenti comunali tra Frattaminore e Orta di Atella

 

L’indagine ha portato alla luce una ramificata organizzazione criminale che operava nei Comuni di Orta di Atella, Frattaminore e altri centri del napoletano, con l’obiettivo di ottenere il rilascio illegale della cittadinanza italiana per cittadini brasiliani in assenza dei requisiti previsti dalla legge.

Le indagini, partite da un precedente procedimento presso il Comune di Villaricca, hanno documentato una rete di complicità tra dipendenti pubblici, agenti di polizia municipale e titolari di società di intermediazione. Questi ultimi fungevano da collegamento tra i cittadini stranieri e gli uffici anagrafe e stato civile dei Comuni coinvolti.

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In particolare, è stata disposta la custodia cautelare in carcere per il titolare di una società che organizzava il fittizio ottenimento della residenza per i richiedenti, nonché gli arresti domiciliari per alcuni dipendenti comunali e tre soggetti che fornivano supporto materiale, come immobili per false residenze e documenti contraffatti, tra cui passaporti, certificati di nascita e timbri ufficiali.

Il modus operandi

 

Il meccanismo prevedeva l’iscrizione fittizia all’anagrafe di cittadini brasiliani che in realtà non avevano mai risieduto nei comuni dichiarati. Grazie alla complicità dei pubblici ufficiali, venivano poi prodotti certificati di residenza e documenti falsi relativi agli ascendenti italiani dei richiedenti. Il fine era ottenere, in tempi brevi e in modo fraudolento, la cittadinanza italiana jure sanguinis, utile per il rilascio di documenti validi per la libera circolazione in Europa.

Secondo quanto emerso, i mediatori incassavano tra gli 8.000 e i 40.000 euro per ogni pratica, con una media di circa 22.000 euro. Il volume d’affari illecito, data la quantità di pratiche gestite, avrebbe raggiunto cifre milionarie. Fondamentali per l’inchiesta sono state le intercettazioni telefoniche e ambientali, l’analisi di documenti informatici e la ricostruzione dei flussi di denaro. Gli investigatori sono riusciti a elaborare una vera e propria contabilità parallela, con importi versati ai dipendenti corrotti e il dettaglio delle pratiche trattate.

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