MONDRAGONE – Reclutatavano quotidianamente decine di persone, dalle trenta ad un massimo di novanta, soprattutto di nazionalità bulgara per farle lavorare nei campi agricoli con orari massacranti e paghe misere da cui detraevano anche i sodi per il trasporto.

Arrestati dalla Guardia di finanza di Mondragone questa mattina un tunisino e la sua compagna ucraina, entrambi 49enni, l’accusa è di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Nell’inchiesta risultano indagati anche due imprenditori agricoli, un 61enne di Fondi  e un 53enne di Giugliano in Campania , titolari di aziende agricole con sede vicino al noto Mercato Ortrofrutticolo di Fondi, e a Falciano del Massico, che si sono avvalsi dei «servizi» illeciti forniti dai caporali tunisini.

Dalla indagini aperte già dal 2016, è emerso che i due caporali avevano creato ditte individuali per eludere la rigida legge sul caporalato vigente da due anni; assumevano così a tempo determinato i braccianti senza adempiere ad alcun obbligo contributivo o previdenziale.

Le condizioni di lavoro che avvenivano nei campi di Vairano, Pietravaivano e zone limitrofe dell’Alto-Casertano erano le peggiori.

Secondo alcune testimonianze è emerso che ai lavoratori non venivano pagate le ore di lavoro straordinario e che le donne venivano pagate di meno rispetto agli uomini, potendo raccogliere minore quantità di prodotti e non vi erano servizi igienici.

 

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