draghi scuola

C’è la scuola nei piani del premier incaricato Mario Draghi e ci sarebbe la volontà di prolungare quest’anno scolastico sino a giugno per recuperare i “numerosi giorni persi”. Questo riferiscono i rappresentanti dei gruppi parlamentari che hanno incontrato Draghi nel secondo giro di consultazioni che si conclude martedì.

L’ex presidente della Bce ha due strade da voler intraprendere per quanto riguarda la scuola: evitare le cattedre vacanti a settembre, da coprire, di volta in volta, con supplenti e rivedere, appunto, il calendario delle lezioni per recuperare i giorni di scuola persi durante questi mesi di pandemia. Tra didattica a distanza, quarantene, orari ridotti (molte scuole stanno optando per lezioni di 45-50 minuti), di scuola vera se ne è fatta poca.

Draghi sulla scuola

L’ipotesi di recupero dei giorni persi quest’anno causa Covid potrebbe essere quella di prevedere lezioni fino a fine giugno, magari anche con turni pomeridiani in corso d’anno. L’ipotesi è già osteggiata da sindacati e da una buona fetta degli insegnanti.

Il riferimento è ai gravi danni che una scuola a singhiozzo ormai da due anni scolastici sta producendo sugli studenti. In primis, sugli apprendimenti. I primi studi internazionali hanno evidenziato, all’estero, gap formativi tra il 30-50% in matematica e nelle lingue. Un danno enorme, che in Italia non è stato possibile misurare perché il governo Conte (colpevolmente) non ha fatto svolgere, lo scorso anno, le prove Invalsi.

Solo con la formazione del governo, la nomina del nuovo ministro all’Istruzione si capirà come intenderà procedere il premier Draghi.

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