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Occhi azzurri, capelli biondi. Somigliava davvero a un angelo il piccolo Giovanni Longobardi, il bimbo di 8 anni del I Circolo Didattico di Sant’Antonio Abate, l’Antonio De Curtis, stroncato da un malore durante un’attività fisica nell’aula magna dell’istituto.

Sant’Antonio Abate, malore a 8 anni. Le ultime ore di vita di Giovanni Longobardi

Era un giorno come un altro per il bimbo di terza elementare. Era andato a scuola, come tutti i giorni. Niente che facesse presagire quello che stava per accadere. Durante lo svolgimento di un progetto didattico del Cnoi che comprendeva anche un esercizio fisico, Giovanni ha avvertito un malore e si è accasciato a terra sotto gli occhi dei compagni. Una scena drammatica, che ha richiamato subito l’attenzione dei docenti. Immediata la chiamata al 118 e il trasporto in ambulanza all’ospedale San Leonardo di Castellammare. Il cuoricino di Giovanni ha smesso di battere nonostante l’uso del defibrillatore e un’ora di massaggio cardiaco.

A quel punto i medici del nosocomio stabiese si sono dovuti arrendere alla realtà e comunicare il decesso ai genitori, Barbara e Marco, entrambi originari di Castellammare di Stabia. Il bimbo di 8 anni non tornerà più alla De Curtis, né nella stanzetta di casa che condivideva con le sorelline. La Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta per capire come sia potuto accadere che un bimbo sano sia morto così, improvvisamente. L’autopsia farà luce su eventuali malformazioni cardiache o patologie non diagnostiche.

Lutto cittadino

La notizia ha lasciato sotto choc l’intera comunità di Sant’Antonio Abate, piccolo centro posto al confine tra le province di Napoli e Salerno. Giovanni frequentava la stessa classe del figlio del sindaco, Ilaria Abagnale, che ha affidato a un commosso post il suo pensiero: «Il mio più profondo cordoglio per la tragica scomparsa del piccolo Giovanni – replica Abagnale –. Proclameremo il lutto cittadino e per tutti gli altri bimbi assicureremo uno psicologo in classe. Non riusciamo nemmeno a trovare le parole per comunicare ai nostri figli quello che è successo».

Foto: Metropolisweb

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