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Camorra e politica. E’ l’intreccio svelato dall’inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto di 59 persone, tra politici, esponenti della criminalità organizzata e imprenditori. Ci sono anche i fratelli del senatore Luigi Cesaro, tra cui il patron del centro diagnostico Igea.

Sant’Antimo, le mani del clan su “Il Molino” e “Igea”

Grazie al racconto di numerosi collaboratori di giustizia, la Procura di Napoli ha ricostruito il consolidato rapporto tra la famiglia Cesaro e il clan Puca. I magistranno avrebbero documentato partecipazioni e interessi del sodalizio mafioso nel centro polidiagnostico “Igea” e nella galleria commerciale “Il Molino”, entrambi con sede a Sant’Antimo. Entrambi sarebbero società di fatto tra i Cesaro (formali titolari) e il capoclan Pasquale Puca, detto Pasqualino ‘o minorenne.

Al venir meno degli accordi con la famiglia Cesaro, i Puca nel giugno del 2014 reagirono compiendo un attentato dinamitardo al centro “Igea” ed esplosero cinque colpi di pistola all’indirizzo dell’auto di Aniello Cesaro, in sosta presso un autolavaggio, nell’ottobre del 2015.

Il sequestro di beni per 80 milioni di euro

Sotto chiave, nell’ambito del blitz di oggi, sono finiti beni mobili e immobili per un valore stimato in 80 milioni di euro, tutti riconducibili alla consorteria criminale che lega i Puca ai Cesaro. Si tratta di 194 unità, tra civili abitazioni, uffici, magazzini, autorimesse, nonché di 27 terreni (tutti ubicati tra le province di Napoli, Caserta, Frosinone e Cosenza), nove società e tre quote societarie, dieci autoveicoli e 44 rapporti finanziari. Tra i beni immobili spicca la galleria commerciale di Sant’Antimo “Il Molino”, con oltre 90 locali adibiti ad esercizi commerciali ed uffici.

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