Operaio morto nel napoletano a causa dell'amianto, risarcimento milionario alla famiglia

Risarcimento milionario per la famiglia di Angelo T, operaio 72enne deceduto per un mesotelioma da esposizione alle fibre di amianto il 5 marzo 2016. A renderlo noto attraverso un comunicato è l’Osservatorio Nazionale Amianto. La Corte di Appello di Napoli ha infatti confermato la condanna di Fincantieri S.p.A. e Sait Spa a risarcire la famiglia per oltre un milione di euro, metà della cifra richiesta.

Operaio morto nel napoletano a causa dell’amianto, risarcimento milionario alla famiglia

L’uomo, a Castellammare di Stabia, aveva svolto le mansioni di manovale fino al 1966, pittore per due anni e poi coibentatore, fino al 1991, rimanendo in quel lasso di tempo sempre a contatto diretto con le polveri di amianto. Per otto ore al giorno e per cinque giorni a settimana: “I lavoratori provenienti da queste ditte – si legge nella sentenza di primo grado – ricevevano ordini dalla dirigenza di Fincantieri, che regolava tutte le loro giornate lavorative”.

A confermare l’esposizione anche il dottore Roberto Ficuciello, specialista in medicina legale e delle assicurazioni, che ha riconosciuto il nesso di causalità tra la patologia riscontrata e il lavoro svolto dall’ex dipendente. “L’ambiente di lavoro – si legge nella decisione – era al chiuso, all’interno dell’unità navale, e privo di aspiratori localizzati delle polveri e senza ricambio di aria. Locali chiusi, come la sala macchine, presso i quali trascorreva l’intera giornata lavorativa, gomito a gomito anche con altri colleghi”.

Le attività che svolgeva “determinavano aerodispersione di polveri e fibre di amianto, che rimanevano liberate nell’aria”. “Con questa sentenza si aprono le porte al risarcimento dei danni anche per tutte le altre vittime nel cantiere navale di Castellammare, soprattutto con in riferimento alla congruità del risarcimento per esposizione professionale del lavoratore all’amianto”, commenta Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

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