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È fallito il tentativo della Procura di Napoli di rovesciare la sentenza di assoluzione in primo grado per Walter Mallo, presunto ras di camorra del rione Don Guanella accusato di essere a capo di un’organizzazione criminale attiva nell’area nord di Napoli con l’obiettivo di sostituirsi al clan Lo Russo di Miano nella gestione degli affari illeciti. Oggi, 15 novembre, la IV Sezione della Corte d’Appello (collegio Luisa Toscano e relatore Nicola Russo), ha pronunciato una sentenza di assoluzione nei confronti del giovane. Tanti i reati contestati, tra cui l’associazione a delinquere di stampo camorristico.

Napoli, Walter Mallo tirato in ballo nella strage delle Fontanelle: assolto in appello

Secondo la ricostruzione della pm Enrica Parascandalo, Mallo sarebbe stato organico al clan Genidoni, quello responsabile della “strage delle Fontanelle” dell’aprile 2016 nel rione Sanità, dove persero la vita due persone nell’ambito della sanguinosa faida con il clan Vastarella.

L’obiettivo della DDA partenopea era quella di dimostrare il collegamento di Mallo con la guerra di camorra del centro storico sfruttando le evidenze probatorie emerse nel processo che ha portato all’ergastolo – confermato in appello – di Antonio Genidoni, Vincenza Esposito, Addolorata Spina, Emanuele Salvatore Esposito e Alessandro Daniello. Mallo, se fosse passata la linea della Procura, avrebbe rischiato a sua volta l’ergastolo.

Il “blitz” giudiziario, però, è fallito. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia si sono rivelate suggestioni prive di riscontro e l’impianto accusatorio è stato smantellato dall’avvocato della difesa, Giovanni Lo Russo (nella foto). La tesi accolta dalla Corte d’Appello, infatti, è che Walter Mallo non poteva essere organico al clan Genidoni del Rione Sanità se, al contempo, è considerato al vertice di un’organizzazione autonoma attiva nell’area nord d capoluogo. Con gli autori della “strage delle Fontanelle” non avrebbe nulla a che fare. Sulla scorta di questa ricostruzione, per il giovane del rione Don Guanella è arrivata la conferma in secondo grado della sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Napoli nel 2018.

Cos’è la strage delle Fontanelle

Si tratta di uno degli episodi di camorra più sanguinosi degli ultimi vent’anni. Il 22 aprile 2016, i “Barbudos” (clan Genidoni”, in guerra con i clan Vastarella, vendicò l’uccisione di Pierino Esposito, avvenuta pochi mesi prima, aprendo il fuoco nel circolo Maria Santissima dell’Arco, al civico 193 di via Fontanelle, all’epoca frequentato da diversi affiliati del gruppo rivale. Morirono sotto i colpi dei killer Giuseppe Vastarello e il cognato Salvatore Vigna. Feriti, invece, Dario Vastarella, Antonio Vastarella e Alfredo Ciotola.

Per quel brutale delitto sono stati condannati all’ergastolo cinque persone il 4 giugno 2020. Sentenza poi confermata in appello nel gennaio del 2023. L’agguato delle Fontanelle, ritengono gli inquirenti, si inquadra nella faida che in quegli anni stava sconquassando lo storico rione del centro di Napoli.

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