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Napoli, maxi-frode da 36 milioni di euro: sconta la pena come operaio alla torrefazione

Frode Soldi Repubblica Ceca Condannato
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È stato al centro di un’articolata inchiesta per frode fiscale e autoriciclaggio che ha portato alla luce un danno erariale di oltre 36 milioni di euro, ma la pena definitiva inflitta a M. I., imprenditore napoletano classe 1982, si è rivelata sorprendentemente contenuta. Arrestato il 21 dicembre 2021, M. I. ha trascorso soltanto 21 giorni in carcere, ottenendo già il 10 gennaio 2022 la misura degli arresti domiciliari. Da allora, e fino al 2025, non ha più fatto ritorno in istituto penitenziario.

Napoli, maxi-frode da 36 milioni di euro: sconta la pena come operaio alla torrefazione

 

Il Tribunale di Napoli Nord lo aveva inizialmente indicato come capo promotore di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale. Era considerato a capo di sei società che nell’ambito edilizio emettevano fatture per operazioni inesistenti. I bonifici venivano effettuati su conti in Repubblica Ceca e poi le somme bonificate venivano recuperate tramite contatti cinesi di San Giovanni a Teduccio che riportavano i contanti in valigia in Italia. Alcuni soldi venivano persino giocati al Casinò di Venezia lungo la strada del rientro dall’Est Europa.

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Tuttavia, nonostante lo schema fraudolento che è stato ricostruito, la Corte d’Appello di Napoli, con sentenza dell’8 novembre 2023, lo ha assolto dal reato associativo (art. 416 c.p.), condannandolo solo per i reati fiscali e di autoriciclaggio. Nonostante il numero elevato di capi d’imputazione (oltre 20), la pena definitiva è stata ridotta a 5 anni, 6 mesi e 20 giorni, oltre a una multa di 6.000 euro.

Difeso dagli avvocati Giovanni Cacciapuoti e Salvatore Cacciapuoti, M. I. ha beneficiato del rito abbreviato e, proprio oggi, il Tribunale di Sorveglianza di Napoli ha autorizzato l’affidamento in prova al servizio sociale, consentendogli di scontare il residuo della pena lavorando come operaio addetto alla torrefazione.

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