Era stato già vittima di un agguato Federico Vanacore, il pregiudicato 33enne ucciso ieri a colpi di pistola, a Ponticelli, mentre era a bordo della sua auto, ma in quella circostanza era stato gambizzato mentre si trovava nel rione Traiano. Un ferimento forse legato a una questione di soldi o ai furti d’auto di grossa cilindrata.

Napoli. Droga, auto di lusso e contatti con la camorra: chi era Vanacore

A tre mesi dal fatto di sangue, Vanacore è stato trucidato da una raffica di proiettili mentre era alla guida della sua 500L con targa francese. La dinamica dell’omicidio, consumatosi in viale Margherita, è ancora tutta da chiarire: ma, come riporta Il Mattino, ad entrare in azione sarebbero stati due sicari in sella a uno scooter. I killer avrebbero affiancato l’auto della vittima all’altezza del civico 24 per poi aprire il fuoco. Numerosi i proiettili che hanno raggiunto il 33enne in diverse parti del corpo.

Secondo gli inquirenti, l’agguato è da inquadrarsi nel contesto camorristico della zona. Seppur ritenuto vicino agli ambienti criminali del clan De Micco, il 33enne non si sarebbe mai affiliato a loro né a nessun altro cartello criminale. Piuttosto, riferiscono gli investigatori, Vanacore avrebbe gravitato attorno ai diversi clan che si sono alternati nel controllo di Ponticelli nel corso di questi anni.

Il passato criminale di Vanacore

Sebbene il 33enne non abbia avuto legami diretti con le organizzazioni criminali, in passato è finito più volte nei guai con la giustizia. Nel 2013, fu arrestato dai Carabinieri perché coinvolto in un’indagine su un traffico di droga tra le periferia orientale del capoluogo e i comuni dell’area vesuviana. Scarcerato, era finito di nuovo in manette perché, durante una perquisizione in un’abitazione a Ponticelli, era stato trovato insieme a un complice in possesso di quasi 2kg di marijuana. Dopo aver scontato la condanna per droga, Vanacore aveva deciso di cambiare completamente settore, dedicandosi al furto delle auto di lusso. Un’attività, quest’ultima, piuttosto remunerativa che però gli aveva creato non pochi problemi. Infine, l’agguato dello scorso novembre: quello in cui il 33enne fu ferito a una gamba mentre si trovava nel rione Traiano. Interrogato dagli investigatori, Vanacore riferì di non conoscere chi lo avesse sparato. E, a distanza di tre mesi, la sua esecuzione.

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