Stupri ripetuti dal compagno della nonna, finché non è rimasta incinta ad appena 11 anni. Le è stato negato l’aborto, ha tentato di uccidersi due volte, e alla fine è stata fatta partorire con un cesareo d’urgenza: l’Argentina è profondamente sconvolta per la storia di questa bambina, sicché decine di persone hanno lanciato l’hashtag #ninasnomadres  sui social, proprio per sottolineare il fatto che la piccola vittima è una bambina, non una madre.

La gravidanza non è stata portata a termine: il figlioletto non è sopravvissuto. Ad aggravare questa tragedia è l’atteggiamento dei medici: per oltre un mese infatti la piccola ha chiesto di abortire, ma i dottori si sono sempre rifiutati per via delle proprie «convinzioni personali».

L’aborto infatti in Argentina è illegale: si pratica solo se la gravidanza mette a rischio la vita della futura mamma, o nei casi comprovati di stupro. Difatti se si sceglie di abortire al di fuori dalla legge, si rischiano 4 anni di carcere. 

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