Marcello Toscano sarebbe stato ucciso per soldi. Il movente dell’omicidio dell’insegnante di Mugnano, in servizio presso una scuola di Melito, sarebbe da ricondurre a un debito contratto da Giuseppe Porcelli, il collaboratore scolastico, con il professore.

Melito, Toscano ucciso per un debito: Porcelli voleva aprire un’attività

Come anticipa Il Corriere della Sera, il presunto assassino avrebbe chiesto e ottenuto dalla vittima un prestito per avviare un’attività commerciale. Al momento non è chiaro quanto gli abbia chiesto il 54enne e come si siano concordati per la restituzione, tuttavia gli investigatori sono sicuri che di questo argomento i due parlarono nel giorno in cui l’insegnante di sostegno è stato ucciso. Un confronto poi sfociato in accoltellamento.

I filmati

Ad incastrare Giuseppe Porcelli sono state le immagini di videosorveglianza installate all’esterno di una macelleria che si trova in viale delle Magnolie, proprio di fronte al cortile della scuola media “Guarino Marano”. I filmati, registrati intorno alle 13, mostrano Toscano e Porcelli dirigersi verso la ex casa del custode, ora adibita a deposito. Da questo momento in poi, le telecamere non inquadreranno più il docente. Riprenderanno, invece, Porcelli che fa il percorso inverso e poi esce dalla scuola. Da solo.

Alle cinque del pomeriggio il 54enne fa di nuovo ritorno a scuola. Apre il cancello, entra con l’auto e si dirige verso il deposito. Nelle successive indagini sono state trovate delle tracce di sangue sugli scalini, questo perché Porcelli avrebbe trascinato il corpo del professore all’esterno, forse con l’intenzione di caricarlo in auto e abbandonarlo chissà dove. Ma il cadavere di Toscano, ricordiamo, è stato trovato in aiuola. Come mai in quel punto preciso e non altrove?

Secondo gli inquirenti, il 54enne, sentendo alcune voci provenire dalla palestra, si sarebbe affacciato per accertarsi che non ci fosse nessuno. Alcuni inservienti che stavano rimettendo in ordine degli attrezzi lo hanno però notato, a quel punto Porcelli non ha potuto fare altro che lasciare il cadavere nel cortile. Questo episodio è stato poi raccontato ai Carabinieri quando è stato chiamato tutto il personale scolastico a riferire fatti e circostanze.

La perquisizione

L’abitazione del collaboratore scolastico è stata successivamente perquisita dai militari dell’Arma. Qui sono stati trovati e sequestri abiti macchiati di sangue. In casa c’era anche la compagna che  avrebbe riferito agli inquirenti che Porcelli, per ben due volte,  sarebbe uscito di casa. Al rientro si sarebbe cambiato subito i vestiti.

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