Martin Johnson, 20 anni, ha ucciso Erin Tomkins appena due anni, figlia della sua compagna nella sua casa di Sheffield, una cittadina della contea inglese South Yorkshire.

Un omicidio che la polizia ha descritto come «il caso peggiore» degli ultimi decenni. La piccola è stata trovata con dieci ferite profonde alla testa. Ma l’autopsia ha rivelato che aveva subito anche fratture agli arti e alla colonna vertebrale.

L’ispettore capo, il detective Steve Whittaker, della polizia del South Yorkshire ha descritto riferito ai media locali che il giovane «non ha mostrato mai alcun rimorso e questo la dice lunga». Come se non bastasse «ha anche cercato di incolpare la madre di Erin per questo crimine orribile». Johnson, ex chef, si è solo giustificato dicendo «stavamo giocando a casa quando è crollata». Ma a nulla è servito, è stato riconosciuto colpevole di omicidio dopo meno di due ore di discussioni. L’uomo è stato condannato all’ergastolo.

La piccola Erin avrebbe spento le sue prime due candeline qualche settimana dopo la tragedia. Sua madre Kira Tomkins era presente in tribunale insieme alla sua famiglia in attesa del verdetto. Dopo averlo ascoltato è scoppiata in lacrime. La condanna è arrivata solo oggi, il fatto è accaduto il 21 febbraio del 2018. Johnson telefonò al 999 dalla casa della mamma di Erin a Leighton Road. Quando i soccorsi arrivarono sul posto trovarono la piccola ricoperta da lividi sul viso e sul corpo, e sangue ovunque. Kira, la mamma di Erin, è riuscita solo a dire con un filo di voce: «Mia figlia non avrebbe mai dovuto aver paura in casa sua. Avrebbe dovuto avere l’opportunità di crescere e vivere la sua vita, ma non ha mai nemmeno potuto iniziarla. Quando chiudo gli occhi la vedo e questo mi ricorda la sua innocenza».

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