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Sarebbe stata una vera e propria trappola, organizzata dalla moglie per attirarlo a casa sua e accusarlo in presenza della presunta amante. E’ quanto emerge dalla ricostruzione fornita da Mimmo C. nella denuncia sporta ai carabinieri della Compagnia di Marano subito dopo l’aggressione fisica subita e filmata con un cellulare.

Marano, picchiato da due donne: come è stata azionata la “trappola”

La vicenda risale a domenica sera. Ma facciamo un passo indietro: il 27 dicembre Mimmo e la moglie si riconciliano e tornano a vivere insieme dopo mesi turbolenti. Lo fanno soprattutto nell’interesse del figlio. Un mese dopo, però – sempre come emerge dalla denuncia – il 27 gennaio, il ragazzo viene allontanato da casa perché accusato di tradire ancora la moglie. Un clima di sospetti e diffidenze alimentato da presunti messaggi compromettenti che la donna avrebbe trovato sul suo cellulare. Passano però pochi giorni e domenica scorsa, 5 febbraio, Mimmo viene richiamato dall’ex coniuge, in via Marano Pianura, perché il figlio non sta bene.

Le condizioni di salute del bimbo, però, sarebbero state solo un espediente per attirarlo in una trappola. La denuncia sporta ai carabinieri e riprodotta da Francesco Emilio Borrelli, infatti, spiega che la donna avrebbe fatto entrare Mimmo in casa, per poi chiudere la porta di ingresso e tirare via le chiavi dalla serratura. A quel punto si rende conto che in casa, oltre alla moglie e al figlio che dorme, sono presenti anche la suocera (che stringe un telefonino) e altre due donne di sua conoscenza nonché presunte amanti con cui il ragazzo avrebbe avuto una relazione extraconiugale.

Le due versioni: tradimenti o frequentazioni?

La presunta “trappola” funziona. Mimmo viene insultato, circondato e picchiato. Sa che la porta è chiusa, quindi prova a cercare una via di fuga dalla finestra, arrampicandosi sul davanzale, ma viene raggiunto e preso a calci e pugni. La mattina dopo sporgerà denuncia alle forze dell’ordine. Le altre due ragazze coinvolte – che lui chiama la “bruna” e la “mora” – sarebbero, a suo dire, frequentazioni avute durante i periodi di allontanamento dalla moglie. Secondo la versione opposta, invece, sono storie “parallele” che Mimmo ha condotto nel mentre della sua vita matrimoniale. Una vicenda intricata, costellata di ricostruzioni contrastanti, che però è finita sulla bocca di tutti dopo la decisione delle donne di diffondere il filmato. Ora spetterà alla giustizia fare luce sulla vicenda e chiarire dove sta la ragione e dove il torto. Nel mezzo un innocente: il figlio di Mimmo, a cui il padre corrisponde 250 euro mensili.

Il referto

Mimmo ha corredato la denuncia anche co un referto medico. A seguito dell’aggressione, i medici gli hanno diagnosticato una contusione nella zona dello zigomo, un’altra sul collo e una sulla regione dorsale. Tutte ritenute guaribili in cinque giorni. Questa mattina, in un altro video apparso su Tik Tok, mentre era diretto a lavoro, il giovane ha raccontato di accusare ancora un dolore all’altezza delle costole. Per questa ragione avrebbe deciso di recarsi di nuovo in ospedale per un ulteriore accertamento.

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