Marano. Il caso degli incarichi tecnici riguardanti la messa in sicurezza di tre scuole di Marano continua a far discutere. Ed emergono particolari interessanti. Tutto è partito dalla richiesta del vicesindaco, Salvatore Ricciardiello, di rettifica al nostro articolo intitolato “Incarichi tecnici lavori in tre scuole, la ruota della fortuna gira per tre volte dalla stessa parte”, perché ci ha dato lo spunto per approfondire la questione.

Sostanzialmente, Ricciardiello asserisce che l’architetto Ornella Amato abbia ricevuto l’incarico di assistenza al RUP, mediante affidamento diretto da parte del dirigente dell’Area tecnica, a differenza di suo cognato, ing. Monteforte, che, insieme ad altri tecnici, è stato sorteggiato dall’elenco dei professionisti di fiducia dell’Ente. Abbiamo spulciato tutti gli atti del settore “Lavori pubblici”, apparsi all’albo pretorio online nel periodo ottobre 2014- giugno 2015, e abbiamo potuto verificare che, effettivamente, l’incarico di assistenza al Rup (che, nel caso specifico, è il geometra dell’ufficio tecnico Gianni Napoli) per la messa in sicurezza dell’edificio scolastico Alfieri, del plesso Ranucci e dell’edificio scolastico Paolo Borsellino, fu conferito all’architetto Amato con determina 238 del primo giugno 2015, dal dirigente ad interim dell’area tecnica Claudio Cappuccio che, in quel periodo, era anche comandante dei vigili urbani e dirigente dell’Area vigilanza. Il compenso professionale per l’espletamento dell’incarico fu determinato in complessivi 9mila702,83 euro oltre oneri, per un totale di 12mila310.

Tutto normale se non ci fosse stata la nota del 6 luglio 2015, a firma della dottoressa Claudia Gargiulo, dirigente dell’Area Economica Finanziaria, nella quale si restituisce la determina 238 al dottor Francesco Ciampi, all’epoca segretario generale e dirigente a interim dell’Area tecnica (subentrato al colonnello Cappuccio, nel frattempo andato via), specificando i motivi che l’avrebbero indotta a non apporre il parere di regolarità contabile e il visto della copertura finanziaria.

“Il servizio di supporto al RUP – scrive Gargiulo –  pur essendo di importo inferiore ai 10mila euro (non soggetto dunque all’affidamento mediante cottimo fiduciario, cioè tramite invito ad almeno 5 operatori economici), tuttavia risulta essere il terzo affidamento di servizio di supporto al RUP affidato alla stessa professionista nell’arco di 14 mesi, ogni volta per importi singolarmente inferiori o pari a 10mila euro per un totale finora affidato di 19mila615,38 euro. A tale importo già affidato, si aggiungerebbero gli ulteriori 9.702,83 euro (al netto degli oneri), oggetto della determinazione 238/2015, per un totale di 29mila318,21 euro”.

Contestualmente, la dirigente aggiunge che ci sarebbe il rischio di un frazionamento degli incarichi, non previsto dalla legge e che, contrariamente a quanto stabilito dal vigente Piano di prevenzione della corruzione 2015-2017, non essendovi distinzione fra Responsabile del procedimento e Responsabile dell’atto (dirigente sottoscrittore), manca il prescritto coinvolgimento di almeno due soggetti. Ma a dissipare ogni dubbio ci pensa il dottor Ciampi, attraverso la nota del 5 luglio 2015 dove specifica che, nel caso specifico, non si configura né il frazionamento di prestazione (di cui all’art. 125 comma 3 del D.Lgs 163/2006) né quello di incarico di progettazione artificiosamente divisa in più parti. Aggiungendo che l’atto firmato dal dottor Cappuccio, non necessitava di un’istruttoria preliminare e quindi del coinvolgimento di due soggetti. Pertanto ritrasmette al Servizio economico finanziario la determina 238 ai fini dell’assunzione del relativo provvedimento di impegno spesa. Chi dei due dirigenti ha ragione? Fin qui i fatti. Adesso qualche considerazione.

A fine maggio 2015 vengono affidati gli incarichi di progettazione definitiva, direzione lavori e coordinamento per la sicurezza ai tecnici sorteggiati dall’albo dei professionisti di fiducia dell’Ente; il primo giugno 2015, invece, viene affidato l’incarico di assistente al RUP all’architetto Ornella Amato, pertanto, a nostro avviso, c’era tutto il tempo sufficiente per concludere l’iter delle rispettive aggiudicazioni dei lavori entro il 30 aprile 2016 e di non perdere, dunque, i 404 mila euro di finanziamenti statali.

Di Mimmo Rosiello     

 

 

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