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Livello di educazione finanziaria in Italia: tra ritardi e boom digitale

educazione finanziaria

Il livello di educazione finanziaria in Italia rappresenta una delle sfide più urgenti del nostro Paese, con dati che destano preoccupazione. Con un tasso di alfabetizzazione finanziaria fermo al 37%, l’Italia si posiziona persino dietro a nazioni in via di sviluppo come lo Zambia, che registra il 40%. Questo scenario diventa ancora più critico in alcune regioni italiane come la Campania, che con un indice di 54 punti si colloca ben al di sotto della soglia di sufficienza di 60.

Allo stesso tempo, però, si osserva una tendenza opposta: i giovani italiani, pur avendo competenze limitate in materia economico-finanziaria, utilizzano sempre più spesso strumenti digitali e soluzioni fintech al posto delle banche tradizionali. Un cambiamento che evidenzia il divario tra la scarsa preparazione teorica e l’adozione pratica di nuove tecnologie finanziarie.

I giovani italiani abbracciano il fintech: la rivoluzione dei pagamenti digitali.

Una vera e propria rivoluzione che sta trasformando le abitudini finanziarie delle nuove generazioni. Il 57% dei teenager italiani tra i 12 e i 17 anni utilizza strumenti di pagamento digitali, con una percentuale che sale al 66% nella fascia 15-17 anni. Questo dato rivela un cambio generazionale che va ben oltre una semplice preferenza tecnologica. La ricerca condotta da Excellence Payments ed Excellence Education evidenzia come solo il 22% dei genitori scelga una banca tradizionale per il conto intestato ai figli. Il restante 78% si divide tra Poste Italiane e player digitali innovativi, dimostrando una perdita di fiducia verso gli istituti bancari classici. Questo fenomeno rappresenta un’opportunità mancata per le banche tradizionali, considerando che il 31% dei genitori che apre un conto per il figlio sottoscrive
successivamente un servizio con lo stesso fornitore per sé stesso.

La classifica delle preferenze digitali

Il panorama delle preferenze giovanili in ambito finanziario mostra chiaramente dove si stia dirigendo il mercato. La classifica dei servizi di pagamento più utilizzati dai teenager rivela:
● PostePay dominare con il 40% del mercato teen
● Player digitali (Revolut, Hype, Satispay, PayPal) che conquistano il 38% delle
preferenze
● Banche tradizionali (Intesa Sanpaolo, UniCredit) che si fermano invece al 22%
Questa è la fotografia di un vero e proprio passaggio generazionale al contrario, dove sono i figli a influenzare le scelte finanziarie delle famiglie. Il 43% dei genitori che ha seguito i figli verso player digitali dimostra come l’innovazione stia partendo dal basso.

Perché i giovani preferiscono le nuove soluzioni di
pagamento digitale?

 

L’attrazione dei giovani verso le soluzioni fintech non è casuale ma risponde a esigenze concrete. Il 74% opta per carte ricaricabili, mentre solo il 15% possiede un conto corrente tradizionale con carta di pagamento e l’11% utilizza wallet digitali. Questa preferenza si basa su vantaggi tangibili che le banche tradizionali faticano a offrire. La comodità rappresenta il primo fattore di scelta: non dover portare con sé il portafoglio e poter effettuare transazioni in pochi secondi risponde perfettamente allo stile di vita dei giovani. La tracciabilità delle spese emerge come seconda caratteristica apprezzata, con il 38% dei
teenager che utilizza questi strumenti per conoscere il saldo e il 37% per gestire i risparmi. Queste soluzioni digitali trovano applicazione in diversi ambiti della vita quotidiana: dallo shopping online ai servizi di gaming, fino ai casinò online, dove i metodi di pagamento innovativi stanno guadagnando terreno. Secondo una ricerca condotta da Miglioricasinoonline.info, i casinò online Revolut risultano ad oggi tra le piattaforme più utilizzate dagli italiani, tra quelle che scelgono strumenti di pagamento per le loro interfacce intuitive e funzionali.

Il livello di educazione finanziaria in Italia resta un quadro preoccupante

Nonostante l’innovazione nei pagamenti, il livello di educazione finanziaria in Italia rimane drammaticamente basso. Solo il 35% dei soggetti tra i 18 e i 23 anni dimostra di comprendere concetti finanziari basilari come inflazione, tassi di interesse e diversificazione del rischio. Un dato che stride con la diffusione massiccia di strumenti fintech nella stessa generazione. Questa scarsa preparazione si riflette anche sui comportamenti di risparmio: appena il 43% dei giovani adulti riesce a mettere da parte denaro con regolarità, mentre solo il 27% degli italiani dichiara di avere obiettivi finanziari di lungo periodo. Ne derivano instabilità economica, indebitamento e una propensione a investimenti rischiosi, spesso guidati più dall’emotività che da una pianificazione consapevole. La radice del problema risiede nella mancanza di educazione formale strutturata nelle scuole italiane.

A ciò si aggiunge il crescente ricorso ai social media come fonte di informazione economica: senza basi solide, molti giovani finiscono per affidarsi a contenuti non verificati o interpretati in maniera superficiale. La scarsa fiducia nelle istituzioni e un contesto economico incerto completano il quadro, rendendo ancora più complessa la capacità di pianificare scelte finanziarie di medio-lungo termine.

La Campania fanalino di coda: analisi regionale

Osservando i dati regionali, la situazione più critica si riscontra in Campania, che mostra le maggiori difficoltà in termini di educazione finanziaria, con un punteggio inferiore alla soglia di
sufficienza e vicino alla media del Sud. La consapevolezza finanziaria è leggermente superiore alla media meridionale, ma la gestione concreta delle finanze resta debole. Il divario di genere è particolarmente marcato: gli uomini sono più esperti delle donne in materia finanziaria e assicurativa, evidenziando una doppia sfida legata al territorio e al genere. Anche gli over 65 mostrano difficoltà rispetto alla media nazionale, confermando che il problema interessa tutte le generazioni. Intanto, sul fronte istituzionale emergono segnali concreti di impegno strutturato: l’ottava edizione del Mese dell’Educazione Finanziaria si terrà dal 1° al 30 novembre 2025, e associazioni, università, scuole e imprese possono candidare iniziative online entro il 17 ottobre. Parallelamente, il Comitato Edufin ha definito un Quadro delle competenze finanziarie per giovani e adulti, allineato ai modelli G20/OCSE‑INFE, come riferimento per promuovere percorsi educativi efficaci e rafforzare le competenze finanziarie di studenti e famiglie. Se accompagnato da iniziative concrete in ambito scolastico e collaborazioni pubblico-private, questo percorso potrebbe trasformare il boom dei pagamenti digitali in una reale opportunità di crescita culturale ed economica.

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