Geolier è Napoli

Questa settimana a Napoli non si è parlato d’altro: di Geolier e del testo della sua canzone.  Molti intellettuali, tra cui Massimiliano Gallo e Maurizio De Giovanni, hanno puntato il dito contro il testo del brano in gara a Sanremo. Poi sono arrivati Forgione e i Neo Borbonici del professore De Crescenzo.

La polemica su Geolier ci dice molto di Napoli e delle sue divisioni

Tutti in coro hanno bersagliato il giovane artista di Secondigliano. Incuriosito da questa polemica, ho passato la settimana ad ascoltare i testi di Geolier. Le canzoni sono spesso bellissime e lui è senza dubbio un giovane genio. Si nota, poi, dai primi album ad oggi, un’evoluzione di pensiero da parte di uno che prima non era mai uscito dal rione ed oggi gira il mondo. Certo, i messaggi non sono sempre tutti positivi. Anzi.

Così, mi sono fatto un’idea di questa polemica che, per certi versi, è molto provinciale e nostalgica.  Ci sono ormai da tempo due Napoli: una Napoli delle periferie e dei bassi, una Napoli dei palazzi e delle colline. Due Napoli che vivono due vite diverse: frequentano luoghi diversi, parlano lingue diverse. Queste due Napoli si incontrano solo allo stadio, ma spesso una sta in tribuna e l’altra in curva.

Geolier racconta la sua Napoli, e alla Napoli di Geolier, che vive tra case popolari e piazze di spaccio, dove il potere è controllo del territorio, dove mettersi le “Balenciaga” è segno di successo, non interessa molto il testo di una canzone; non vive di nostalgie del passato. È troppo impegnata a sopravvivere nel presente.

Non basta passare una vita guardando verso Capri per nascondere che alle spalle della Toscanella vivono altri figli di Partenope. Napoli sarà rappresentata a Sanremo da quella città che in tanti vogliono far finta di non vedere.
Quei figli di Napoli ascoltano Geolier così come lo ascolto io. Ed ora per loro è un mito. E se prima ci diceva che per essere figo dovevi avere le “Louis Vuitton”, ora gli sta sussurrando all’orecchio che l’apparenza inganna e non conta nulla, ma contano altri valori.

Gli fa cantare messaggi di speranza. E i suoi messaggi arrivano a tutti. Non sono stantii come le prediche dei salotti bene che ancora devono superare lo shock di una metropolitana che parte da Scampia e arriva a Piazza Vanvitelli.

Napoli si salva se si salva tutta insieme. Napoli non è Gomorra o Mare Fuori. Ma anche un Posto al Sole. Napoli è tutto questo frullato nel caos della vita di ogni giorno. E da questo caos ogni tanto nasce una stella. Oggi quella stella si chiama Geolier.

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