maria triassi

“La scienza fa bene a dare incertezza che certezze. Le certezze possono infondere panico o trasformarsi in illusioni. Il Coronavirus  è un virus che cambia continuamente, bisogna sperare che gli antigeni che non cambino. Mi auguro che la scienza ce la faccia”. A dichiararlo è il direttore scientifico “Prevenzioni e Sanità Pubblica” Maria Triassi a Tele Club Italia, nell’ambito della trasmissione Tg Club – Speciale coronavirus in onda dal lunedì al venerdì dalle 12.30 alle 13.30 e dalle 17.30 alle 18.30.

I possibili rischi

Triassi ha spiegato che potrebbero esserci rischi se le persone non dovessero mettere in atto misure igienico sanitarie. “Ci sono dei rischi se le persone non sapranno interpretare bene o mantenere le distanze. Ma è anche vero che occorre riprendere le attività produttive e sociali. L’uomo è un essere sociale. Magari scansiamo le infezioni ma ci becchiamo le patologie psichiatriche”.

Il direttore scientifico “Prevenzioni e Sanità Pubblica” auspica che la ricerca scientifica riesca a trovare una soluzione per fronteggiare l’epidemia ma intanto è bene che dia ” incertezze piuttosto che certezze. Le certezze possono infondere panico o trasformarsi in illusioni. Il Coronavirus è un virus che cambia continuamente, bisogna sperare che gli antigeni che non cambino. Ma questo è difficile. Mi auguro che la scienza ce la faccia”.

La dottoressa Triassi punterebbe più sulla cura e sulla diagnosi precoce, “del resto sembrerebbe che il coronavirus si stia depotenziando, la loro caratteristica è che cambiano in continuazione e per adattarsi all’uomo si mitigano un po’, quindi può darsi che si possa mitigare e diventare un virus del raffreddore, ma gli scenari sono tutti aperti. Le vere persone di scienza dicono le cose come stanno e non danno false sicurezze”, sostiene la Triassi.

I vaccini

Nel corso della trasmissione il direttore scientifico “Prevenzioni e Sanità Pubblica” ha anche sottolineato l’importanza dei vaccini, dal momento che essi “hanno salvato le persone dalle patologie. Credo che sulle vaccinazioni essenziali dobbiamo essere tutti d’accordo, lascerei la scelta al soggetto sulle vaccinazioni facoltative. Ma sulle patologie che rappresentano un pericolo per sanità pubblica non c’è dubbio che occorre la vaccinazione come strumento di prevenzione di massa”.

Secondo quanto previsto dall’ultimo Dpcm, durante la fase due, “non sono soggetti all’obbligo di mascherine i bambini al di sotto di sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina”. Per la Triassi è importante che i bambini le indossino, almeno “per un tempo breve fino a quando l’epidemia non sarà scomparsa. La mascherina è una buona protezione per il naso e bocca. Se tutti la indossano il virus non dovrebbe circolare. Sono forme di protezione non solo per individuo ma per la collettività”.

 

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