Napoli, intermediario minacciato e accoltellato dal clan per un

Fece “perdere” al clan oltre 160mila euro e fu per questo attirato in una trappola, minacciato di decapitazione insieme alla sua famiglia e poi accoltellato il broker napoletano Salvatore Cassese.

Napoli, intermediario minacciato e accoltellato dal clan per un “affare” fallito

Anche questo è emerso dall’indagine sugli investimenti di un gruppo criminale, composto anche da persone ritenute dalla Dda di Napoli vicine al clan Contini, che oggi ha portato a 25 misure cautelari e un decreto di sequestro da 8,4 milioni di euro.

24 arresti per riciclaggio: i dettagli dell’inchiesta

L’accusa è di aver riciclato proventi delle frodi fiscali in numerosi settori: alimenti, abbigliamento, orologi falsi e persino l’acquisizione di una clinica per l’autismo. Tutto servendosi della compiacenza di colletti bianchi e imprenditori.

Gli indagati raggiunti da misura cautelare sono complessivamente 25. Tra loro c’è anche l’imprenditore Salvatore D’Amelio, titolare di diverse società tra cui quelle del brand di abbigliamento con target giovani “Minimal Couture” e di “Drop list”.

Broker minacciato e accoltellato: la ricostruzione

Cassese, nello specifico, aveva consigliato di investire in un carico di frigoriferi provenienti dalla Cina ma i prodotti, una volta arrivati al porto di Genova, erano stati sequestrati perché non conformi alle normative europee. Quello che sembrava un affare, si era quindi trasformato in un fallimento da 160mila euro.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, venne quindi convocato col pretesto di un chiarimento il 21 dicembre 2018 e accompagnato nei pressi del Centro Direzionale di Napoli. Una volta lì venne fatto inginocchiare, picchiato e accoltellato con diversi fendenti. Durante l’aggressione, venne anche minacciato di decapitazione insieme alla sua famiglia. La pratica era molto discussa in quel periodo: appena qualche giorno prima erano state uccise così due turiste scandinave.

La persona che aveva accompagnato il broker al “chiarimento” lo aveva poi portato anche nella clinica Villa Betania di Ponticelli ed era rimasto in contatto telefonico con uno degli aggressori per evitare una denuncia che è stata però presentata.

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