mensa
Questa settimana mi è capitato di leggere un comunicato del comune sulla vicenda mensa scolastica. E’ partito un nuovo servizio con forme di prenotazione moderne e tecnologiche, però ci sono stati alcuni disguidi di carattere organizzativo: tra questi è stato fornito un numero di telefono sbagliato.
La questione però non è questa. Ma un’altra. In un comunicato ufficiale del comune, l’assessore al ramo, nel difendere giustamente il suo operato, si è rivolta solo alle mamme. Ha definito la “mensa scolastica” come uno strumento indispensabile per le “madri lavoratrici”. Conosco troppo bene la collega e assessore Limatola per sapere perfettamente che è una donna di apertissime vedute. Proprio questo mi ha fatto riflettere: anche una persona come lei non si è accorta di aver usato un linguaggio maschilista. Siamo così abituati a pensare che tutto ciò che concerne la scuola sia di competenza delle mamme da dimenticare che esistono i padri.
Questa settimana celebriamo come ogni anno il 25 novembre “la giornata per le donne vittime di violenza”: anche considerare il peso dei figli solo ed unicamente sulle spalle delle mogli è una violenza. Diciamolo chiaramente. La mia non è una critica all’assessore ma una riflessione. E’ capitato anche a noi di Tele Club Italia. Una volta titolammo su un problema in una scuola: “Le mamme sul piede di guerra”. Non rendendoci conto del maschilismo di quelle parole. La mensa spero presto funzionerà nel migliore dei modi, ma ciò che dobbiamo dare ai nostri figli è sopratutto cibo per la mente: per farlo dobbiamo iniziare per primi noi papà a pensarla in maniera diversa.
Stamane stesso chiederò di essere inserito nel gruppo dei genitori delle classi dei miei figli cosa che non facevo prima. Lo faccio innanzitutto per me ed anche per loro: anche avendo avuto una madre “femminista” i più grandi insegnamenti sul tema me li ha dati mio padre. A qualsiasi ora tornava da lavoro se mamma aveva cucinato a lui spettava fare i piatti. Perché i compiti mi diceva: “Si dividono a metà”. Purtroppo a Giugliano, così come altrove, siamo ancora molto indietro. Per nostra fortuna le nuove generazioni sembrano diverse. Basta guardare cosa succede la domenica mattina. Di uomini adulti la città è piena fuori i bar. Spesso però non c’è traccia delle loro mogli. A casa a cucinare. Nel caso dei più giovani invece è facile vedere molte coppie in giro ed alle volte anche più donne che uomini.
Purtroppo la politica non va in questa direzione. La parità è solo un obbligo da rispettare sulla carta tanto che spesso si usano le mogli e le sorelle per ricoprire ruoli dei mariti o dei fratelli solo perché donne. Come spesso accade chi dovrebbe dare gli esempi manda i messaggi peggiori.
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