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Si comincia a definire il quadro delle alleanze in questo conflitto che sta spaccando l’Europa in due. Putin è stato isolato dalla Nato e dall’Unione Europea ma può contare sull’appoggio di paesi stranieri, che non hanno espresso parole di condanna o hanno addirittura manifestato sostegno al Cremlino dopo l’attacco militare all’Ucraina.

Russia, chi sono i suoi alleati

Il primo fedelissimo vassallo di Putin è Lukashenko, presidente della Bielorussia. Sta fornendo supporto logistico e militare alle truppe di Mosca e ha schierato alcune truppe in campo, alcune delle quali sarebbero pronte a intervenire nel conflitto. Al di fuori del Continente, invece, Putin fa leva sull’appoggio del dittatore venezuelano Nicolas Maduro, che ha parlato di una “partnership strategica” tra i due paesi. “Cosa pretende il mondo? Che Putin resti a braccia conserte?”, ha commentato Maduro nel corso di un’intervista.

Appoggi espliciti a Mosca sono arrivati anche da nemici giurati degli Stati Uniti, come l’Iran. In un tweet, il ministro degli Esteri ha parlato di “provocazione della Nato” nelle ore febbrili che precedevano l’invasione. Posizione simile quella di Cuba, che ha incolpato gli Usa dell’escalation in corso. Anche la Siria di Assad, su cui Putin ha investito tanto delle sue relazioni diplomatiche e delle sue risorse militari, resta un’alleata accertata della Russia. A Tartus c’è anche l’unico porto militare del Mediterraneo cui la Russia ha libero accesso.

I Paesi dell’ex URSS

Più frammentato il quadro delle alleanze nella galassia delle ex repubbliche Sovietiche. Victor Orban, presidente dell’Ungheria, ha pubblicamente condannato l’attacco e ha sostenuto le sanzioni economiche contro Mosca. Diversa la situazione di altri stati un tempo parte dell’URSS. Come da accordi, la Russia ha infatti rapporti di mutua difesa con diversi Paesi del CSTO (Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva). Ne fanno parte Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan.

Incognita Cina

Ma a pesare negli equilibri geopolitici in via di ridefinizione è il ruolo della Cina, la prima superpotenza economica del Pianeta. Dopo alcune posizioni interlocutorie, il ministro degli Esteri Wang Yi parlando telefonicamente con l’omologo ucraino Kuleba ha fatto sapere che “la Cina deplora la guerra in Ucraina”. Tuttavia Pechino ha condannato le sanzioni economiche contro Mosca e attualmente si candida a diventare il principale partner economico della Russia, ormai isola dall’Occidente. lDalla sua parte anche la Corea del Nord. Kim Jong-un infatti vede nella guerra in Europa l’occasione per destabilizzare gli Stati Uniti e creare un nuovo ordine mondiale. Sostenitore di Vladimir Putin anche il presidente brasiliano Joir Bolsonaro, il quale non ha mai nascosto le sue posizione sovraniste e anti-americane.

Con chi si schierebbe oggi il resto del mondo?

  • A sostegno dell’Ucraina si sono oggi schierati quasi tutti i paesi del blocco Occidentale: Italia, Francia, Polonia, Germania, Ungheria, Stati Uniti, Canada Giappone, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Gran Bretagna, Lettonia, Estonia, Lituania, Svezia, Finlandia, Australia, Norvegia, Israele.
  • A favore della Russia invece, riepilogando, si sono schierati, più o meno apertamente: Venezuela, Brasile, Iran, Cuba, Siria, Bielorussia, Armenia, Corea del Nord, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. 
  • Al momento neutrali, invece, altri Paesi, che non hanno votato a favore della risoluzione Onu contro l’aggressione russa, come la Cina, la Turchia, l’India, il Pakistan, Nuova Zelanda o la Serbia.
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