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Le spiagge di Varcaturo sulla prima pagina del New York Times. Uno dei quotidiani più importanti del mondo dedica al litorale domizio un lungo approfondimento sulla situazione dell’economia italiana nella fase 2 e a pochi giorni dalla riapertura dei confini regionali.

New York Times, Varcaturo in prima pagina: “Così gli italiani trascorreranno le vacanze”

L’inviato americano, Jason Horowitz, sceglie la spiaggia di Varcaturo per raccontare come gli italiani si preparino a riaccogliere i turisti sulle spiagge durante l’emergenza coronavirus. “L’Italia conta maggiormente sulle potenze economicamente riparatrici delle sue spiagge e dei suoi mari – si legge nell’articolo -. Il turismo rappresenta il 13 percento del prodotto interno lordo dell’Italia e il 40 percento proviene dall’attività balneare. I funzionari e i proprietari dei beach club hanno espresso la speranza che i turisti stranieri spenderanno tempo e denaro nel loro paese quando le frontiere riapriranno a giugno”.

Nel reportage l’articolista raccoglie anche le dichiarazioni di Salvatore Trinchillo, titolare del Varca d’Oro, nonché vicepresidente del sindacato italiano dei balneari. Il giornalista spiega come Trinchillo abbia bocciato sin da subito l’idea dei cubi in plexiglass per garantire il distanziamento sociale (“trasformano i bagnanti in polli da rosticceria”). I protocolli del Ministero sono stati osservati semplicemente lasciando più spazio tra un ombrellone e l’altro.

Il problema degli assembramenti in città

Horowitz descrive anche il modo in cui le persone sostano al ristorante: tutti indossano le mascherine al bar. Chi vuole mangiare, invece, deve sottoporsi al termoscanner prima di sedersi con gli altri. Infine l’articolo spiega le difficoltà di ordine pubblico derivanti dagli assembramenti delle ultime settimane. “Da quando l’Italia ha alleggerito il suo blocco questo mese – si legge -, i sindaci del paese hanno lottato con folle attratte da bar di recente riapertura, ma anche da passerelle e spiagge. Per interrompere le riunioni, i funzionari hanno proposto un esercito volontario di assistenti civici, probabilmente composto dai beneficiari di sussidi di disoccupazione del paese. Non sarebbero impregnati di alcun potere reale, ma otterrebbero giacche dall’aspetto ufficiale”.

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