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Sono stati arrestati questa mattina i due rapinatori che lo scorso 29 novembre hanno fatto irruzione all’interno della tabaccheria “Rugantino” di via Palumbo a Giugliano riuscendo a portare via un bottino di oltre 6mila euro. Una rapina al quanto maldestra che ha consentito ai militari dell’arma della compagnia di Marano di identificare la banda nel giro di qualche settimana. I due arrestati rispondono al nome di Antonio F., incensurato, difeso dall’avvocato Salvatore Cacciapuoti e Manuel E., entrambi 20enni di Giugliano.

I due, insieme ad una terza persona ancora in fase di identificazione, hanno fatto irruzione all’interno dell’attività commerciale con uno scooter SH con targa tarocca e armati di pistola sono riusciti a farsi consegnare denaro contante, stecche di sigarette e gratta e vinci per un totale di oltre 6mila euro. Nella fuga, però, i malviventi, inseguiti dal figlio del titolare che ha provato a fermarli, hanno lasciato uno zaino con effetti personali e lo scooter servito per raggiungere il luogo da rapinare. Elementi che hanno permesso ai Carabinieri l’identificazione dei due soggetti.

Giugliano, rapina alla tabaccheria “Rugantino”: le intercettazioni dei malviventi

Fondamentale per identificare la banda e ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto sono state le intercettazioni telefoniche intercorse prima e dopo l’evento delittuoso. Il gruppo, infatti, già dal primo pomeriggio stava organizzando il colpo alla storica tabaccheria al centro di Giugliano. Prima della rapina c’era stata una piccola lite tra i componenti della banda perchè uno di loro non era ancora pronto per entrare in azione: “Questo chita***rto sta ancora dormendo?” “Lo vuoi andare a prendere ad Antonio? Che tra poco andiamo a fare un attimo quel servizio”.

Antonio, però, tardò ad arrivare poiché impegnato ad individuare un terzo soggetto che partecipasse alla rapina pianificata. Tant’è vero che alle 18:30 si era messo in contatto con un terzo componente, minorenne, al quale chiedeva se era sua intenzione “scendere per andare là”. Il ragazzo, che in quel momento era impegnato a fare altro, si era offerto per partecipare alla rapina.

Dopo il colpo la banda scappò a piedi a causa della reazione del figlio del titolare. Furono costretti anche ad abbandonare il motorino nei pressi della tabaccheria presa d’assalto. Inoltre nelle intercettazioni seguenti furono individuati particolari connessi alla rapina, da cui emerge anche una lite tra i malviventi. Durante la fuga uno dei rapinatori è stato lasciato lì: “Sei un infame mi hai lasciato solo a me “compare”. “Io non ho capito niente, mi sono trovato avvilito. “Azz” ti sei trovato avvilito e mi hai abbandonato?!”. 

Da quel momento in poi parte un giro di telefonate tra amici e rapinatori affinché li andassero a prendere prima nei pressi dell’ospedale di Giugliano e poi in un viale nei pressi dello chalet. “Sto vicino all’ospedale, vienimi a prendere per favore. Sto in un vicoletto qua vicino”. È la telefonata ricevuta dall’amico di uno dei rapinatori.

La Polizia, dopo aver trovato il motorino, di proprietà di uno dei rapinatori, convocò il giovane in Commissariato. Il ragazzo denunciò una fantomatica rapina avvenuta poco prima, affermando di essere a conoscenza del fatto che con lo scooter era stata perpetrata una raid ai danni di un rivenditore di tabacchi. Tesi naturalmente a cui gli inquirenti non hanno dato credito. Grazie alle intercettazioni e al lavoro d’indagine delle forze dell’ordine si è poi arrivati alla verità fino all’arresto di questa mattina dei due balordi.

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