Stretta contro la vendita illegale di sigarette: ieri i carabinieri di Giugliano hanno denunciato ben dieci persone e sequestrato più di 8 chilogrammi di tabacchi provenienti dall’est Europa e dalla Cina. Da alcuni mesi è ritornata in auge in tutta la periferia di Napoli la vendita di sigarette di contrabbando. Il fenomeno che pareva debellato dopo l’operazione Primavera della Guardia di Finanza negli anni Novanta è tornato prepotentemente sulle nostre strade. Solo a Giugliano in ogni angolo ormai capita di trovare rivendite di tabacchi lavorati illegali che complice la crisi economica trovano molti estimatori. L’operazione di ieri degli uomini dell’Arma diretti dal Capitano Piroddi ha inflitto un duro colpo all’organizzazione e stamane infatti in città alcuni dei luoghi “classici” della vendita di contrabbando erano vuoti e abbandonati. 
 
I DATI. Il fenomeno non è solo napoletano e stanno cambiando anche le rotte, non solo più balcaniche.  Lo scorso anno in Italia sono state sequestrate oltre 42 tonnellate di sigarette provenienti dalla Cina e da altri Paesi asiatici: in pratica un pacchetto su quattro, tra quelli intercettati nei nostri porti, arriva da Oriente.

FALSI E PERICOLI. Il dato più allarmante, però, è un altro: nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di stecche “sfilate” alle grandi aziende del tabacco, bensì di copie. Dopo giocattoli, T-shirt ed elettronica, è questa l’ultima frontiera del falso made in China, con la quale Guardia di finanza e Agenzia delle dogane devono fare sempre più spesso i conti. Il danno è in primo luogo sanitario: i prodotti in arrivo dal Far East, infatti, non rispondono ad alcun canone qualitativo o sanitario, anche se nessun consumatore potrà dire di non essere stato avvisato: gli avvertimenti di rito sulla nocività del fumo, così come i bollini dei Monopoli, compaiono puntualmente su ogni pacchetto. Imitazioni perfette, come da tradizione cinese.

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