Cresce la preoccupazione nel comprensorio di Napoli Nord verso la possibile soppressione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Marano di Napoli. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord – con sede ad Aversa – ha espresso la propria ferma contrarietà alla proposta di chiusura, definendola “un colpo durissimo al diritto dei cittadini di accedere alla giustizia”. Contestualmente, è stato proclamato lo stato di agitazione dell’Avvocatura.
Giudice di Pace Marano, il COA di Napoli Nord si oppone alla soppressione: proclamato stato di agitazione
La decisione è maturata nel corso della seduta del COA del 30 ottobre, convocata dopo la nota del Presidente facente funzioni del Tribunale di Napoli Nord, datata 20 ottobre 2025, con cui veniva prospettata la soppressione dell’Ufficio. Il Consiglio ha votato all’unanimità una delibera di opposizione, chiedendo l’immediato intervento del Ministero della Giustizia.
Secondo l’Ordine forense, la chiusura del presidio di Marano “rappresenterebbe un passo indietro nella presenza dello Stato in un’area fragile e complessa, dove la legalità va sostenuta e non indebolita”. L’Ufficio, nato dalla collaborazione di sette Comuni dell’hinterland nord di Napoli – tra cui Marano, Melito e Giugliano – serve un bacino di oltre 350 mila abitanti e gestisce ogni anno decine di migliaia di procedimenti civili, risultando tra i più attivi dell’intera Campania.
La soppressione, sostengono gli avvocati, avrebbe conseguenze pesantissime: aggraverebbe la già critica situazione del Tribunale di Aversa, privo di personale sufficiente, allungherebbe ulteriormente i tempi della giustizia, metterebbe a rischio il diritto di difesa sancito dall’articolo 24 della Costituzione e avrebbe ripercussioni economiche e professionali su tutto il tessuto forense locale.
L’appello dell’Avvocatura: “Non si penalizzi chi chiede giustizia”
Il COA di Napoli Nord respinge inoltre l’ipotesi che irregolarità amministrative dei Comuni consorziati possano motivare la chiusura dell’Ufficio. “Non si può colpire un presidio di legalità per colpe che non appartengono né ai cittadini né all’Avvocatura”, si legge nella nota approvata dal Consiglio. La protesta, assicurano i legali, non si fermerà qui: “Siamo pronti a ogni iniziativa istituzionale e pubblica – dichiarano – per difendere il diritto dei cittadini di accedere a una giustizia di prossimità, efficiente e vicina al territorio”.








