Annamaria Franzoni è oggi una donna libera. A 17 anni dal delitto di Cogne, la Franzoni ha chiuso il suo conto con la giustizia. Condannata a 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele Lorenzi, ha finito di espiare la pena. Ha trascorso 5 anni in carcere e sei ai domiciliari. Il tribunale di sorveglianza, infatti, ha deciso di scarcerarla già nel 2014 per buona condotta rispedendola a casa. Altri tre anni sono le sono stati depennati per indulto.

Ma riavvolgiamo il nastro. Cosa accadde 17 anni fa? Annamaria Franzoni ha sempre negato di aver ucciso il piccolo Samuele la mattina del 30 gennaio 2002, quando lei stessa chiamò il 118 dalla sua villetta di Montroz, frazione di Cogne, dove viveva con il marito e i due figli.

La scena del crimine. Inizialmente si parlava di un animale entrato in casa che aveva azzannato il piccolo di 3 anni. Le indagini stabilirono poi che Samuele Lorenzi era stato colpito ben 17 volte, forse con la punta di un utensile di rame di cui non si è mai trovata traccia, probabilmente una roncola.Il bimbo ha fatto appena in tempo a proteggersi con le braccine sottili. Due le ferite mortali, profonde, sulla fronte appena sopra i suoi occhi socchiusi. Tutte le altre alla testa e un graffio alla mano sinistra.

La Franzoni avrebbe ucciso Samuele inginocchiata sul letto e mentre indossava il pigiama. In questa posizione il sangue del piccolo avrebbe imbrattato una minima parte delle coperte. La scena del crimine, alterata dall’intervento del medico di famiglia Ada Satragni, la stessa che disse che Samuele poteva essere stato ucciso da un aneurisma, e dai soccorritori, fu per anni al centro della cronaca.

La condanna. Annamaria venne condannata in primo grado a 30 anni con rito abbreviato dalla Corte di Assise di Torino, nel 2004. Il processo d’appello concluso il 27 aprile 2007 sancì ancora la colpevolezza, ma ridusse la pena a 16 anni. Sentenza poi confermata dalla Cassazione il 21 maggio 2008. Annamaria uscì la prima volta dal carcere il 30 agosto 2010 per la morte del suocero Mario Lorenzi.

La pena. Dopo la sentenza definitiva emessa dalla Corte di Cassazione il 21 maggio 2008, Annamaria Franzoni varcò le porte del carcere bolognese della Dozza. In carcere preventivo Franzoni già c’era stata nell’aprile del 2002:  i carabinieri la prelevarono dalla sua casa di Monteacuto Vallese, arrivando nel pieno della notte quando la folla di giornalisti si era ormai dispersa. Il tribunale di sorveglianza ha deciso di liberarla prima del previsto grazie alla buona condotta.

Da oltre quattro anni, ovvero dal giugno 2014, stava scontando la sua pena ai domiciliari a Ripoli Santa Cristina. Aveva già ottenuto di poter lavorare in una coop sociale e aveva ottenuto anche alcuni permessi per stare a casa con gli altri due figli, dei quali uno nato un anno dopo il delitto.

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