Due mesi dopo il femminicidio di Giulia Tramontano, quando Alessandro Impagnatiello era già in carcere, l’auto con cui aveva trasportato il corpo della compagna venne ceduta alla cognata. Non si trattò di una compravendita casuale, ma di un’operazione mirata a sottrarre il bene a possibili risarcimenti. Lo stabilisce una sentenza del tribunale civile di Milano, che ha condannato Laura Ciuladaite – moglie di Omar Impagnatiello, fratello dell’ex barman – a versare 25mila euro tra indennizzo e spese legali ai familiari della vittima.
Femminicidio Tramontano, auto ceduta per evitare risarcimenti: condannata cognata di Impagnatiello
Secondo il giudice Francesco Pipicelli, la vendita della Volkswagen T-Roc nell’agosto 2023 – per 10mila euro – fu effettuata “all’esclusivo fine di sottrarre il predetto bene alle ragioni creditorie dei familiari di Giulia Tramontano”. L’operazione era stata resa possibile da una procura speciale firmata in carcere dallo stesso Impagnatiello, poi condannato all’ergastolo anche in appello.
Come anticipa Repubblica, il barman deve alla famiglia Tramontano risarcimenti molto più ingenti: 200mila euro per ciascun genitore e 150mila euro al fratello e alla sorella. Ma allo stato risulta nullatenente, rendendo difficilmente esecutive le somme stabilite dal giudice, salvo l’intervento del Fondo del Viminale per le vittime di reati violenti. La vicenda dell’auto presenta ulteriori zone d’ombra. Nell’ottobre 2024, infatti, la cognata e il fratello di Impagnatiello ne hanno denunciato il furto, ma la compagnia assicurativa ha rifiutato il rimborso, parlando di “elementi contraddittori e anomali” nella ricostruzione dell’accaduto.

Per la famiglia di Giulia, come ha spiegato l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, la priorità era che la vettura – usata per occultare e trasportare il corpo della giovane donna – non tornasse a circolare liberamente. La Procura, infatti, aveva disposto il sequestro solo del pianale posteriore, dove erano state trovate tracce di sangue, ma non dell’intera auto. Oggi della T-Roc non resta più traccia. La denuncia di furto è agli atti, ma il tribunale civile ha ritenuto la vendita iniziale funzionale a sottrarre l’auto ai legittimi creditori: i genitori, la sorella e il fratello di Giulia Tramontano.
La reazione
Dura la reazione di Chiara Tramontano, sorella di Giulia, che, dopo aver appreso la notizia, ha commentato a caldo sui social: “Cari giudici, questa è la feccia umana che vorrebbe accedere alla giustizia riparativa. Famiglia di assassini ignoranti”