Gianluigi Donnarumma e la sua fidanzata Alessia Elefante sono ancora sotto choc per la rapina in casa subita a Parigi.  Una banda di ladri ha fatto irruzione nell’appartamento del portiere del Psg e della Nazionale italiana, li ha spogliati, legati e poi ha portato via un bottino da circa 500mila euro.

Donnarumma, il racconto choc della rapina: “Ero impotente e avevo paura per Alessia”

Donnarumma, in particolare, sarebbe rimasto ferito per via di due colpi ricevuti alla testa dai ladri. Dopo lo spavento inziale, ora il portiere di Castellammare di Stabia (Napoli) ha deciso di raccontare cosa è successo in quella terribile notte.

Secondo le ricostruzioni dei media francesi, la banda è arrivata nell’XVIII arrondissement (dove abitano Donnarumma e la compagna, ndr) e prima di entrare in casa del portiere ha colpito e messo ko anche il custode del palazzo. I fatti si sono svolti intorno alle tre di notte nella sua residenza di avenue Montaigne, tra i viali più chic di Parigi, tra la Senna e gli Champs-Elysées. Secondo fonti di polizia, la coppia è stata oggetto di violenze, legata e minacciata “con arma bianca”.

“Mi hanno immobilizzato, lei consegnava ai rapinatori tutto. Ero impotente e avevo paura per lei. Penso sia la sensazione peggiore che si possa provare”, spiega Gigio Donnarumma dopo la drammatica rapina nella sua casa di Parigi. “Io sono stato immobilizzato – aggiunge il portiere a Libero – e Alessia è stata costretta a consegnare tutto ciò che avevamo di prezioso”. Beni materiali, per circa mezzo milione di euro, ma non solo.

Il portiere della Nazionale e del Paris Saint-Germain è stato fatto mettere in ginocchio, girato e legato, completamente impossibilitato a muoversi. Un ragazzone grande e grosso, annientato e picchiato. Ha tentato di reagire, venendo colpito alla testa.

“Non posso entrare troppo nei dettagli – spiega – Ci sono le indagini in corso. Io e la mia fidanzata abbiamo dovuto lasciare l’appartamento per permettere che venissero effettuati i sopralluoghi ed eseguire gli accertamenti utili alle indagini e ci siamo momentaneamente appoggiati in un hotel”.

La paura è stata tantissima , ma ancora di più era che potesse succedere qualcosa ad Alessia. Io ero impotente, legato, non potevo fare nulla. Poi io non “mastico” così bene il francese ed è stato difficile spiegare a quelle persone dove stessero tutte le cose. Ed era Alessia, ancora adesso spaventatissima, insieme a loro. Attimi veramente concitati e di profondo terrore, soprattutto paura per lei. Terrore che le potessero fare del male”, conclude Donnarumma.

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