De Luca Risponde A Meloni

Non le manda a dire, come sua abitudine, il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca rispondendo alle critiche che la presidente del consiglio Giorgia Meloni gli indirizzato ieri in un’intervista rilasciata a Bruno Vespa. 

“È in atto una campagna di aggressione mirata e di falsificazione che si accompagna sempre all’aggressione politica. Non possiamo dare spazio a chi adotta uno stile da stracciarola, fatto di volgarità, approssimazione, arroganza e mistificazione” ha affermato il governatore nella consueta diretta fb sui suoi profili social.

De Luca: “Si può ridurre la Presidente del Consiglio a questi livelli di volgarità e cialtroneria?”

.”Dobbiamo evitare di dare spazio a questi atteggiamenti. Le cose che riguardano la Campania – ha aggiunto De Luca –  si decidono a Napoli e non a Roma e men che mai nelle stanze del Presidente del Consiglio“.

Meloni aveva criticato De Luca sull’utilizzo dei fondi di Coesione destinati alla Campania “in feste e sagre di paese”.

“A proposito della campagna di falsificazione in cui sono impegnati soprattutto i giovanotti di Fdi, ma tutta la maggioranza, e a proposito della performance di ieri del premier sulle sagre – ha detto De Luca – mi hanno portato un ritaglio di Repubblica del 25 luglio 2022 in cui si spiegava che il partito di Giorgia Meloni aveva in animo di toccare le principali feste delle Campania in campagna elettorale. In particolare, il segretario regionale del suo partito invitava gli elettori della Meloni ad andare in giro per sagre. Ora, vorrei dire all’onorevole Meloni, che una regione dà i soldi – 10 mila euro, 20 mila euro – ai Comuni e alle proloco che poi organizzano la sagra: ma ci si può ridurre la Presidente del Consiglio a questi livelli di volgarità e cialtroneria?”.

“Meloni esca dalla sottocultura del ‘Me ne frego'”

In quanto alla polemiche per il video diventato virale in rete in cui il governatore definiva Meloni una “Str###a”, ha poi aggiunto:” L’unico che ha offeso con dichiarazioni insultanti è stato il Premier, negli atti pubblici, non nelle stupidaggini rubate che in un paese civile non contano nulla”.

“Dire a centinaia di sindaci ‘andate a lavorare‘, con toni di razzismo intollerabile – argomenta De Luca – Il premier avrebbe dovuto chiedere scusa ai sindaci che rappresentano milioni di cittadini, non perché nominati come avviene in Parlamento ma in quanto eletti direttamente. Dovrebbe scusarsi anche chi dice ‘me ne frego’ a qualche presidente di Regione. Abbiamo conosciuto la sottocultura del ‘me ne frego’, sarebbe consigliabile per il premier uscire da quella temperie sottoculturale”.

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