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Mancano 48 ore alla riapertura ufficiale dei confini regionali. E il timore che i contagiati da altre regioni diffondano il Covid-19 al Sud è forte. Per questo alcuni governatori meridionali, tra cui Vincenzo De Luca e Christian Solinas, fanno fronte comune contro il Governo e chiedono degli strumenti per evitare che l’epidemia si propaghi di nuovo dal Nord al Sud.

L’allarme dal Sud: “Non riapriamo i confini al Nord”

I presidenti delle regioni Campania e Sardegna non comprendono il senso dell’apertura generalizzata e invocano la limitazione alla mobilità per chi risiede nelle regioni a rischio. Cioè da Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Tuttavia l’Esecutivo non ha voluto sentire ragioni e ha accolto la richiesta di riaprire il Paese con le stesse modalità e nello stesso momento. E questo nonostante i dati fotografino un’Italia a due velocità anche sotto il profilo dell’epidemia. Tra Lombardia, Emilia e Piemonte, infatti, si registrano ogni giorno più della metà dei nuovi contagi su tutto il territorio nazionale.

De Luca: “Stabilire un tetto dei contagi”. Solinas: “Patente di negatività”

“Si ha la sensazione che per l’ennesima volta si prendono decisioni non sulla base di criteri semplici e oggettivi ma sulla base di spinte e pressioni di varia natura”. Il presidente della Campania, assicurando che per la sua Regione sarebbe stato lui a chiedere l’isolamento, se avesse avuto tanti contagi, butta anche lì una proposta furbetta: “Si poteva decidere semplicemente – togliendo i nomi delle regioni – che i territori nei quali nell’ultimo mese c’era stato un livello di contagi giornalieri superiore a un numero prefissato (200 – 250 – 300.) fossero sottoposti a limitazioni nella mobilità per un altro breve periodo”.

L’idea dei governatori meridionali è di puntare su una “patente di immunità”. Si potrà accedere nella propria regione soltanto se in possesso di un certificato di negatività al virus.  “La mia proposta non nasce dal nulla. Si inserisce in una linea di tendenza internazionale”. E’ quanto afferma, in un’intervista a Repubblica, il governatore sardo a proposito del passaporto sanitario. “Solo una questione di termini – chiarisce – Vogliamo chiamarlo certificato di negatività? Ma guardate che di ‘passaporto’ parla anche l’organizzazione mondiale per il turismo, che ha scelto questa formula per le Canarie. E la Corsica ha chiesto a Parigi di poter introdurre lo stesso obbligo. Da noi, nei fatti, è già realtà”

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