Commissione Ecomafie in Campania:

Il mancato smaltimento delle ecoballe costa alla Regione Campania 80mila euro al giorno. È principalmente su questo problema che sta lavorando la commissione parlamentare sulle ecomafie che oggi, per la sua prima visita ufficiale, ha fatto tappa nella nostro regione.

La nuova commissione sulle ecomafie per la prima volta in Campania

La commissione, presieduta da Jacopo Morrone e composta dai deputati Gimmi Cangiano (Fratelli d’Italia), Eliana Longi (FdI) e i campani Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi e Sinistra) Carmela Auriemma e Pietro Lorefice (M5S), ha incontrato la stampa nella scuola Forestale dei Carabinieri a Castel Volturno.

La visita al sito di Taverna del Re

Sempre in mattinata, ha poi visitato il sito di Taverna del Re, tra Villa Literno e Giugliano, e poi al nuovo impianto Cisa sempre a Giugliano. Entrato in funzione nel giugno 2023, sarà proprio l’impianto a risolvere i gravi problemi del sito di stoccaggio. O, almeno, questo è il piano.

“L’impianto che ora è entrato a pieno regime – dichiara Morrone – rappresenta la luce in fondo al tunnel. Può smaltire fino a 200mila tonnellate di ecoballe l’anno. In pratica, l’ecoballa viene aperta, viene recuperata la parte in plastica e ciò che si può riutilizzare, una parte va al termovalorizzatore e al termine della lavorazione solo un 10-15% resta rifiuto e sappiamo che viene portato al Nord Europa per lo smaltimento”. 

Il sito di Taverna del Re – che si estende in un’area di 620mila metri quadrati – ha stoccate però 1.672.369 balle, complessivamente 2.214.127,37 tonnellate di rifiuti. Se si potrà quindi contare sul solo impianto di Giugliano, dovrebbero essere ancora necessari più di 10 anni per arrivare allo smaltimento di tutte le ecoballe. In tutto questo tempo, la Campania dovrà continua a pagare la multa di 80mila euro al giorno.

La multa alla Campania per le ecoballe

Eppure “la questione ecoballe – sottolinea ancora Morrone – è di interesse nazionale visto che ci sono sanzioni giornaliere da 80mila euro per il mancato smaltimento”.

I timori sul percolato

Al fattore economico, si aggiunge ovviamente quello sanitario. “Bisogna capire se c’è percolato e se questo abbia già inquinato la falda – ha detto Morrone – Insomma, è un problema da risolvere nel più breve tempo possibile, siamo consapevoli di aver imboccato la strada giusta ma anche del fatto che quella da percorrere è ancora lunga”.

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