clan mallardo

Giugliano. Emergono nuovi retroscena dalla maxi inchiesta che ha portato all’arresto di oltre 120 persone legate all’Alleanza di Secondigliano. Nell’interrogatorio del gennaio 2013, il pentito Giuliano Pirozzi riferisce al pm delle tensioni tra Ciccio Mallardo, Feliciano Mallardo e Mauro Moraca. Il pentito dichiara che ci sarebbero stati degli ammanchi nella casse del clan.

Di seguito riportiamo il testo dell’interrogatorio di Giuliano Pirozzi nell’anno 2013:

“Ciccio Mallardo anche durante la sua carcerazione dura ha mantenuto i contatti con gli affiliati dando disposizioni anche su tematiche importanti quali l’assegnazione della reggenza del clan. Spesso mandava messaggi contro Feliciano Mallardo e suo genero Mauro Moraca in quanto era infastidito dalla ricchezza.  In poco tempo Mauro Moraca con l’ausilio di Feliciano Mallardo avevano accumulato un’enorme quantità di denaro. Poiché quattro o cinque mesi fa Ciccio Mallardo si aspettava di essere liberato aveva già cominciato a chiedere contezza della contabilità del clan. Aveva avuto notizia dell’esistenza di grossi ammanchi per cui se la prendeva proprio con Feliciano Mallardo.

Anna Aieta ha sempre, peraltro, fatto in modo che le imbasciate del marito venissero recapitate dal carcere agli affiliati più direttamente legati a lui. Non so e comunque non ricordo se Ciccio Mallardo fosse ristretto al 41 bis, ma posso dire che egli riusciva a comunicare con la moglie nel corso dei colloqui utilizzando parole in codice. Ovviamente non conosco il contenuto di questi colloqui ma so che Ciccio Mallardo e la moglie utilizzavano il termine “tarallo ” per indicare Feliciano Mallardo. E’ probabile che essi nei colloqui abbiano potuto talvolta usare questo termine per riferirsi a Feliciano. Del resto ho già riferito in precedenti verbali che, anche per il tramite di alcuni avvocati, i detenuti riuscivano a dare indicazioni operative all’esterno.

Ricordo che nel mese di giugno 2012 Ciccia Mallardo ritenne necessario acquisire una sorta di rendicontazione delle attività economiche riconducibili al clan, ritenendo che la cd. Area San Nicola stesse acquisendo ricchezze che dovevano essere ricondotte all’intera organizzazione. Egli sospettava in particolare di Feliciano Mallardo e del genero Mauro Moraca. In quel periodo, come ho più volte detto, a comandare il clan c’era Patrizio Picardi.

L’INCONTRO

Anna Aieta si recò da Flora, moglie di Feliciano e le disse innanzitutto che Ciccio sarebbe uscito di li a poco e poi che pretendeva 1.500.000 di euro per la fine di settembre 2012. Flora mi riferì che Anna Aieta si era presentata da lei accompagnata da Antimo Liccardo. Un suo cognato che lavora presso il Comune di Giugliano come impiegato. Mi riferì pure che la richiesta proveniva direttamente da Ciccio Mallardo, il quale, dopo la rendicontazione, aveva deciso che avrebbe dovuto ricevere quella somma a titolo di acconto sui ricavi del complesso delle attività imprenditoriali riconducibili al clan. Flora mi disse che aveva rappresentato fortissime difficoltà. In quel momento la sua famiglia era stata gravata di sequestri, ma Aieta non volle sentire ragioni poiché il marito aveva dimostrato di essere inflessibile.

Nei mesi successivi, dopo che per un periodo girò la voce che anche Feliciano sarebbe stato scarcerato per vizi di forma, vi fu comunque l’ordinanza a carico di Mauro Moraca, che si rese latitante. Ciò determinò un rallentamento nella restituzione di quelle somme. Non so poi la vicenda che piega abbia preso.”

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