Presunto caso di “mucca pazza” in provincia di Ravenna: muore donna di 59 anni. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta che vede indagate 40 persone, tra medici e infermieri, che non avrebbero diagnosticato tempestivamente la malattia.

In Italia salirebbero così a tre i casi di morte per il morbo della mucca pazza in due anni. Il decesso della 59enne risale al 5 maggio e solo dopo analisi l’ospedale di Ravenna ha attribuito non alla polmonite ma al morbo della mucca pazza la causa del decesso della donna. Oggi è in programma l’autopsia sulla vittima: sarà eseguita a Bologna.

I familiari della donna hanno presentato denuncia, e i magistrati hanno deciso di fare luce sulla morte della donna aprendo un’inchiesta, disponendo nuovi esami e l’esame autoptico sul corpo della vittima.

L’autopsia sul corpo della 59enne ravennate è stata eseguita oggi all’obitorio dell’ospedale ‘Bellaria’ di Bologna. Una precauzione chiesta dal Pm ravennate Monica Gargiulo nell’ambito dell’indagine che vede 40 persone tra medici e paramedici indagati per omicidio colposo distribuiti tra i reparti di Malattie Infettive e Neurologia dell’ospedale di Ravenna (tutti quelli venuti a contatto con la paziente). La patologia, una malattia neurodegenerativa rara, colpisce in forma sporadica. Ma il contagio può avvenire anche per ingestione di materiale infetto.

Gli specialisti dovranno chiarire se la diagnosi di decesso fatta dall’ospedale di Ravenna sia stata corretta. E, in base alle condizioni della donna, dovranno dire se altre terapie ne avrebbero evitato il decesso. A rivolgersi alla magistratura, era stata la figlia della donna attraverso l’avvocato Francesco Furnari.

In passato la 59enne era stata curata da un linfoma all’Irst di Meldola (Forlì-Cesena). Era poi stata ricoverata il 7 aprile a Ravenna per via di un nuovo malessere. Al reparto delle Malattie Infettive, le era stata diagnosticata una sospetta polmonite; poi in Neurologia, una encefalite auto-immune, infine il sospetto del morbo Creutzfeldt-Jakob con conseguente diagnosi di decesso. Una tac avrebbe invece escluso una recidiva del tumore.

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