Si erano affidati a un sedicente ingegnere per mettere in regola un capannone, versandogli finanche la prima trance del pagamento: 15mila euro. Peccato, però, che l’intervento non sia mai stato eseguito e che il professionista, dopo aver intascato il denaro, sia sparito improvvisamente. 

Cesa, 15mila euro a sedicente ingegnere per condono: “Così siamo stati truffati”

Siamo a Cesa, nell’Agro Aversano. Anno 2021. Tre fratelli si rivolgono a L.G., che all’epoca dei fatti esercitava il ruolo di consulente al Comune di Cesa e presso altri enti comunali per eseguire una pratica di condono di un fabbricato giacente nel territorio di Sant’Arpino. 

Le vittime stipulano un contratto con il professionista che assicura loro la realizzazione della sanatoria sull’immobile dopo la presentazione – e l’approvazione – dell’istanza presso il Comune di Sant’Arpino. Il pagamento complessivo per gli interventi da eseguire è di 30mila euro, da versare in due quote: una di 15mila euro al momento dell’incarico e l’altra, della stessa cifra, al termine dei lavori. I tre fratelli, quindi, come da accordi, provvedono subito a saldare la prima tranche, ignari di quello che sarebbe accaduto in seguito.

Passano i giorni, ma della domanda di condono edilizio non hanno più notizie. I tre, quindi, cercano di mettersi in contatto con l’ingegnere senza, però, ottenere alcuna risposta. L’uomo, infatti, sfugge in più occasioni alla richiesta delle vittime di un incontro. Così i fratelli decidono di vederci chiaro: si recano al Comune di Cesa, dove il professionista svolgeva l’incarico di supporto al Rup, preposto all’evasione delle istanze di condono, per ottenere un chiarimento dall’uomo in merito al suo atteggiamento così evasivo. Ed è qui che avviene il colpo di scena. Si scopre, infatti, che colui il quale si era presentato come ingegnere è in realtà un geometra, che tra l’altro non prestava più servizio presso l’ente comunale perché privo dei titoli necessari.

Sentendosi raggirati, i fratelli sporgono quindi denuncia ai Carabinieri contro l’uomo; i militari dell’Arma avviano le indagini, sottoponendo a interrogatorio le vittime della presunta truffa e procedendo con il sequestro del capannone per gli accertamenti del caso. Dalle indagini, si apprenderà anche che il sedicente ingegnere si era scritto nel 2020 all’Ordine di Macerata ma, dopo alcune verifiche, era stato sospeso. Ci aveva riprovato due anni dopo, iscrivendosi all’albo di Milano ma anche in questo caso l’iscrizione era stata annullata.

Domanda dopo 8 giorni dalla denuncia

Ritornando al fatto, otto giorni dopo la querela presentata dai tre fratelli di Cesa – difesi dall’avvocato Antonio Fabio Marzano – il professionista presenta la richiesta di permesso a costruire al Comune di Sant’Arpino. L’istruttoria, però, verrà respinta dall’ufficio tecnico perché manchevole di una serie di documenti fondamentali per la pratica stessa. Documenti che, nonostante la segnalazione da parte del Comune, non verranno mai allegati e che indurranno l’ufficio competente a sospendere la domanda.

Richiesta di archiviazione

Arriviamo al 2023. L.G. viene indagato per truffa, si apre così il procedimento a suo carico. Il pubblico ministero, però, presenta una richiesta di archiviazione al Gip del Tribunale Napoli Nord perché “gli elementi indiziari non consentono allo stato di affermare la commissione di artifizi e raggiri, da parte dell’odierno indagato, in ordine all’espletamento degli incarichi conferiti dalle persone offese” e perché “le richieste di regolarizzazioni di abusi edilizi possono essere avanzate avvalendosi di tecnici specializzati, ovvero geometri, ingegneri et similia”.

I tre fratelli, tuttavia, sostengono di essere stati truffati dall’uomo che, fino ad oggi, non avrebbe mai accettato di incontrarli, impossessandosi soltanto del denaro. Nei prossimi giorni l’avvocato Marzano presenterà opposizione alla richiesta di archiviazione al Giudice delle indagini preliminari.

 

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