Carlo Nordio è uno dei nomi fatti per le elezioni del Presidente della Repubblica, proposto dai Fratelli d’Italia, annunciato dalla leader Giorgia Meloni. Magistrato in pensione dal 2017, ha avuto un rapporto turbolento con l’ambiente in cui si è formato, sostenendo anche che “la politica la fa da padrona”.

Vediamo nel dettaglio chi è l’ex magistrato, tra i papabili nomi per essere eletto come Presidente della Repubblica.

Carlo Nordio: chi è, età, carriera, politica

Carlo Nordio ha 73 anni, è di origini trevigiane ed è stato un magistrato italiano, in pensione dal 2017. Nel corso della sua lunga carriera, si è occupato di Brigate Rosse, sequestri di persona, tangenti, Mose.

Giudice istruttore a Venezia, poi pubblico ministero, all’inizio degli anni Ottanta ha portato avanti l’inchiesta sulle colonne venete delle Br e poi su alcuni rapimenti. Sul reato di sequestro di persona, si è espresso anche in merito alla vicenda che ha coinvolto Matteo Salvini sul caso dei migranti a bordo della nave Diciotti, affermando che non avrebbe indagato il leader della Lega perchè le sue decisioni rientravano nell’ambito della “discrezionalità politica”.

Negli anni Novanta, ha seguito la Tangentopoli veneta e ipotizzato reati sulle attività delle coop rosse. Nel 2009, ha iniziato a ricoprire diversi incarichi, da procuratore aggiunto a vicario fino a diventare il capo della Procura di Venezia nel 2017. L’inchiesta più importante quella sul Mose a proposito della quale ha detto di avere trovato analogie con la prima Tangentopoli quanto ad “avidità insaziabile e assoluto disinteresse verso la gestione della cosa pubblica”.

Un momento doloroso e complicato è stato quello del suicidio del giovane Antonello Pompeo, che si impiccò dopo che gli venne contestato il reato di favoreggiamento della prostituzione. Finirono al Csm le sue dichiarazioni su presunti errori delle forze dell’ordine nella vicenda dopo che lui stesso aveva convalidato il sequestro dell’auto del ragazzo.

Consulente della Commissione parlamentare per il terrorismo e le stragi (1997-2001), presidente della Commissione per la riforma del codice penale (2002-2006), ha scritto diversi libri sulla gestione della giustizia ed è editorialista di varie testate, tra cui Il Gazzettino Veneto e Il Messaggero.

In ambito politico, si è espresso ultimamente in merito al Governo di Giuseppe Conte, definito “di dilettanti” in un’intervista a Italia Oggi, mentre sulla legittima difesa, queste sono state le sue parole: “Ecco, chi si difende da un’aggressione violenta e clandestina in casa propria non mira affatto a farsi giustizia da solo, ma cerca solo di evitare un danno che lo Stato avrebbe dovuto impedire”.

Carlo Nordio: Presidente della Repubblica

Una settimana fa aveva parlato a ‘Libero’ della sua possibile candidatura al Quirinale. “Questa mi riesce proprio nuova. Credo che la carica di capo dello Stato debba essere affidata a un politico e la mia cultura politica è esclusivamente teorica, non ho mai fatto parte neanche di un consiglio comunale”.

Attualmente, il suo nome è stato fatto dal partito Fratelli d’Italia, in particolare dalla leader Giorgia Meloni, che ha proposto la figura di Nordio, parlando ai suoi Grandi elettori riuniti in assemblea.

Carlo Nordio: moglie, figli

Non si hanno molte informazioni in merito alla vita privata di Carlo Nordio. L’uomo dovrebbe essere sposato con Maria Pia ma non sono disponibili informazioni sui loro figli.

Carlo Nordio: Berlusconi

Qualche tempo fa, Nordio aveva commentato il processo a Silvio Berlusconi e, nello specifico, la decisione della Corte europea di chiedere conto al governo della condanna del leader di Forza Italia.

L’ex pm aveva evidenziato che ci fossero tre anomali nel processo a Berlusconi. In primis: “Non si era mai visto un presidente di Cassazione dare un’intervista subito dopo il verdetto, ma prima della pubblicazione delle motivazioni”. Poi, aveva sottolineato un secondo aspetto: “L’incredibile storia delle dichiarazioni di Amedeo Franco che di quel collegio era membro e relatore: anche questa circostanza è senza precedenti ma è ancora più inquietante della precedente. Un giudice sente il dovere di andare a incontrare un condannato e in sostanza chiedergli scusa”.

Il terzo punto, ritenuto “il più grave di tutti”, è il seguente: “È l’emersione del sistema descritto da Luca Palamara. Palamara spiega che la linea dell’Anm era quella di contrastare Salvini anche quando aveva ragione. Naturale porsi quindi una domanda semplice semplice: non è che ci sia stato un atteggiamento più ruvido anche con il Cavaliere?”.

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