i motivi che hanno indotto allo scioglimento
il comune sciolto per infiltrazioni camorristiche

La notizia è arrivata quasi troppo presto rispetto alle aspettative. Da Calvizzano l’attendevano, ma pensavano si dovesse aspettare ancora qualche giorno. Per questo ancora nessuno aveva ufficializzato la sua candidatura in vista delle elezioni imminenti. Lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche, la prima per il piccolo comune, non è stato quindi un fulmine a ciel sereno. I sospetti pesanti aleggiavano già da tempo. Dichiarazioni dei pentiti, legami di parentela e delibere sospette sul piano urbanistico comunale hanno indotto la triade commissariale a chiedere al ministero di prendere questa drastica decisione.

 

A dominare a Calvizzano, cosi come a Marano, sarebbe il clan Orlando. Al centro dei sospetti ci sarebbe l’oramai ex vicesindaco Antonio Di Rosa, che sarebbe stato chiamato in causa dagli esponenti del clan. Di Rosa sarebbe lui stesso stato vittima di una tentata estorsione, ma secondo alcuni collaboratori, aveva già in precedenza fatto favori al clan. Circostanze completamente da verificare. Di Rosa infatti non è nemmeno indagato. Da Calvizzano intanto attendono ancora le motivazioni che hanno indotto allo scioglimento. Ma bisognerà aspettare come accade spesso in questi casi. La tegola caduta sul capo dell’intera amministrazione è però pesante. Sotto accusa c’è la consiliatura di Giuseppe Salatiello, sindaco deceduto per infarto a 50 anni. Per almeno 18 mesi il piccolo comune sarà retto quindi da un commissario prefettizio il voto slitterà al 2020.

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